Ordinanza n. 10481/2018 della Cassazione – Presidente: Cirillo Ettore – Relatore: Luciotti Lucio – Data pubblicazione: 03/05/2018
La cartella esattoriale è nulla se non riporta i criteri di calcolo degli interessi. La Suprema Corte – con le ultimissime e recenti pronunce (Ordinanza n. 10481/2018 e Sentenza n. 15554/2017) – conferma il principio di diritto secondo cui le cartelle di pagamento devono, a pena di nullità, necessariamente esplicitare i criteri di calcolo degli interessi applicati, poiché il contribuente dev’essere messo in grado di verificare la correttezza del detto calcolo.
FATTO
L’Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione avverso la sentenza n. 7664/32/2016 della Commissione Tributaria Regionale della Campania, relativa ad impugnazione di cartella di pagamento recante iscrizione a ruolo delle somme dovute dalla contribuente ai fini IRPEF, la quale sentenza annullava la predetta cartella, limitatamente all’importo degli interessi dovuti, poiché mancava l’indicazione dei criteri di calcolo degli stessi.
MOTIVI DELLA DECISIONE
La Suprema Corte riteneva infondato e rigettava il primo motivo di ricorso con cui la difesa erariale, deducendo la violazione e falsa applicazione degli artt. 10, 11, comma 1, 20 e 25, comma 2, d.P.R. n. 602 del 1973, sosteneva che avevano errato i giudici di appello nel ritenere necessaria l’esplicitazione nella cartella di pagamento, peraltro redatta secondo l’approvato modello ministeriale, dei criteri di calcolo degli interessi, essendo gli stessi rigidamente predeterminati per legge.
Il motivo risulta infatti in aperta contraddizione con il principio giurisprudenziale, più volte ribadito dalla Suprema Corte e dal quale non v’è ragione di discostarsi, secondo cui, «in tema di riscossione delle imposte sul reddito, la cartella di pagamento degli interessi maturati su un debito tributario dev’essere motivata (…) dal momento che il contribuente dev’essere messo in grado di verificare la correttezza del calcolo degli interessi» (Cass. n. 8651 del 2009 e n. 15554 del 2017).
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