LA RESIDENZA FISCALE
Doppia residenza. In caso di doppia (o molteplici) residenza anagrafica dove si pagano le imposte? L’individuazione della residenza fiscale di un contribuente è essenziale, considerato che il soggetto fiscalmente residente in Italia ha l’obbligo di fare tassare nel nostro Paese i redditi che ha realizzato ovunque nel mondo (in base al principio del “world wide taxation”), mentre il soggetto non residente deve sottoporre a tassazione in Italia solo i redditi che ha prodotto nel nostro territorio.
Ma nel caso in cui il contribuente risulta residente sia in Italia che in altro / altri paesi i suoi redditi dove verranno tassati? Al fine di evitare la doppia imposizione gli Stati hanno sottoscritto una Convenzione contro la doppia imposizione (sulla base del Modello OCSE), stabilendo degli specifici criteri per la determinazione del paese in cui dovrà avvenire l’imposizione.
LA RESIDENZA FISCALE DELLE PERSONE FISICHE. COME VIENE DETERMINATA LA RESIDENZA FISCALE?
La residenza fiscale delle persone fisiche in Italia viene determinata secondo l’art. 2 del D.P.R. n. 917/1986 (TUIR), il quale stabilisce che ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti nello Stato le persone fisiche che per la maggior parte del periodo d’imposta:
- sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente,
- hanno la residenza o
- il domicilio nel territorio dello Stato ai sensi del codice civile.
Le condizioni di cui sopra sono tra loro alternative, la sussistenza anche di una sola di esse è sufficiente a far ritenere che un soggetto sia qualificato ai fini fiscali residente in Italia. I soggetti che trasferiscono la propria residenza in paesi aventi una fiscalità agevolata, secondo il co. 2-bis dell’art. 2 TUIR, sono considerati dal legislatore in via presuntiva come fiscalmente residenti in Italia, salvo che effettivamente dimostrino la loro effettiva residenza nel paese estero.
LA RESIDENZA DELLE PERSONE FISICHE IN DUE O PIU’ PAESI. DOPPIA RESIDENZA (O PIÙ RESIDENZE)
Il contribuente, abitante all’estero e magari iscritto anche nell’anagrafe del comune estero, se conserva la propria iscrizione anche nell’anagrafe della popolazione residente, viene presunto residente fiscalmente in Italia. Inoltre, secondo le norme tributarie in vigore nell’altro Stato, il contribuente potrebbe essere considerato residente fiscalmente in quel paese. Come viene stabilito in questo caso l’effettiva residenza fiscale? Al fine di risolvere il conflitto di residenza (in caso di doppia residenza o più residenze) si applicano le Convenzioni per evitare le doppie imposizioni. Tali trattati internazionali si ispirano, principalmente, al modello di Convenzione elaborato in sede OCSE.
Un ulteriore modello di riferimento, è quello elaborato in ambito ONU.
COME SI RISOLVE IL CONFLITTO DI RESIDENZA (IN CASO DI DOPPIA RESIDENZA O PIÙ RESIDENZE)?
Secondo l’art. 4 del Modello di convenzione OCSE, che prevede criteri particolari (“Tie Breaker Rules” – Regole di Spareggio), una persona fisica residente in due Stati contraenti è considerata residente dello Stato contraente:
- criterio: dove ha una abitazione permanente. Se ha una abitazione permanente in entrambi gli Stati, è considerata residente dello Stato nel quale le sue relazioni personali ed economiche sono più strette (centro degli interessi vitali);
- criterio: se non si può determinare lo Stato nel quale ha il centro dei suoi interessi vitali, o se la persona non ha una abitazione permanente in alcuno degli Stati contraenti, essa è considerata residente dello Stato contraente in cui soggiorna abitualmente;
- criterio: se soggiorna abitualmente in entrambi gli Stati contraenti o non soggiorna abitualmente in alcuno di essi, essa è considerata residente dello Stato contraente del quale ha la nazionalità;
- criterio: se ha la nazionalità di entrambi gli Stati, o se non ha la nazionalità di alcuno di essi, le autorità competenti degli Stati contraenti risolvono la questione di comune accordo.
Al fine di evitare il conflitto di residenza e la presunzione di residenza fiscale italiana è necessario cancellarsi dalle liste della popolazione residente ed iscriversi nella lista della popolazione residente all’estero (A.I.R.E.). Tale condizione non è comunque sufficiente per essere considerato un soggetto fiscalmente residente all’estero.
Per approfondire si indicano i seguenti articoli: RESIDENZA FISCALE ITALIA SVIZZERA, RESIDENZA FISCALE – L’ISCRIZIONE ALL’AIRE NON ESCLUDE LA RESIDENZA FISCALE IN ITALIA, ESTEROVESTIZIONE DELLE SOCIETÀ. COME EVITARE E COME DIFENDERSI IN CASO DI ACCERTAMENTO?
(Studio Legale Kòsa Musacchio – Click Avvocato – Avvocato del contribuente).
Salve sono un cittadino Italiano residente i USA vorrei comprare un appartamento in Italia per le mie vacanze estive da2 a 3 mesi all’anno. Preciso che sono iscritto all’AIRE daL 1988 LA MIA DOMANDA L’APPARTAMENTO DIVIENE COME MIA dIMORA O sECONDA rESIDENZA? gRAZIE PER lA vOSTRA CORTESE RISPOSTA. mATTEO gIUFFREDA
Buonasera Sig. Giuffreda, assolutamente no, dovrebbe passare più di sei mesi all’anno in Italia, affinché il Fisco possa attribuirLe la residenza fiscale in Italia e pretendere (secondo il principio di worldwide taxation) la tassazione di tutti i suoi redditi in Italia, indipendentemente dal luogo ove tali redditi sono stati prodotti.
Nel Suo caso dovrà pagare al Fisco italiano solamente le imposte relative all’immobile che andrà ad acquistare. Cordialità.
Mi scusi, ma Giuffreda chiedeva se in quel caso la casa acquistata in Italia sarà’ prima O seconda casa?
Grazie infinite, cordiali saluti
Sono cittadino italiano da diversi anni, da quando ho contratto matrimonio in Svezia, dove da quel momento, sono anche residente,ed ho un indirizzo,anche in questo Paese. Sottolineo anche, perché, non ho mai cancellato la mia residenza in Italia. Dove ho una abitazione di proprieta’ e dove pago regolarmente le tasse. La mia pensione viene regolarmente tassata in Italia. In tutti questi anni ho vissuto e soggiornato tra Italia e Svezia dividendomi tra i due Paesi.Non ho prodotto alcun reddito in Svezia. I miei risparmi e piccoli investimenti sono rimasti tutti in Italia, dove non ho prodotto altri redditi. Ora il fisco svedese al quale ho comunicato di aver risparmi in Italia, tra tasse multe e penali, pretende da me una cifra incredibile.Potrebbe la mia posizione essere ricondotta a quanto prevede il terzo criterio della Convenzione OCSE? Grazie.
Buonasera Massimo,
il Suo caso sembra ricondursi al primo criterio secondo cui le imposte sul reddito dovrebbero essere versate in Svezia.
Le imposte pagate comunque in Italia dovrebbero essere detratte da quelle da pagare / accertate in Svezia.
In ogni caso – considerato che gli accertamenti sono stati effettuati in Svezia – dovrebbe rivolgersi ad un’avvocato tributarista svedese e sicuramente sulla base della legislazione svedese, del Modello OCSE e della Convenzione fra i due Stati una soluzione la si trova.
Cordiali saluti.
Sono cittadino italiano ed ho la residenza in Portogallo.
Sono socio unico di una società americana in Florida che
esercita la propria attività esclusivamente in Florida.
La società ha sempre pagato e paga le tasse negli USA,
ma ora sto per chiuderla.
Gli utili residui dopo la tassazione USA andranno
a me come persona fisica.
Devo pagare la relativa tassazione
in Portogallo o in Italia? Grazie
Buonasera,
al fine di potere esaminare il Suo caso abbiamo necessità che Lei ci fornisca ulteriori informazioni:
1. oltre la residenza anagrafica che rapporti ha con Portogallo?
2. oltre la cittadinanza che rapporti ha con Italia?
3. che tipo di imposte paga negli USA?
In attesa di quanto sopra saluto cordialmente.
Gentilissima, ho una doppia cittadinanza (italiana-francese) e lavoro in Francia (come cittadino francese) tuttavia vorrei tenere la residenza in Italia comprando casa in Francia. Al più tenere sui documenti italiani la residenza italiana e su quelli francesi la residenza francese.
La ringrazio anticipatamente.
Buonasera Christophe,
La Convenzione contro la doppia imposizione tra l’Italia e la Francia sulla base del Modello OCSE stabilirà la Sua effettiva residenza fiscale che risulta, in ogni caso, essere in Francia dove dovrà pagare le imposte sui redditi.
Per le proprietà acquisite in Italia pagherà le imposte in Italia (o anche in Italia con diritto al credito d’imposta).
Cordialità.
Buongiorno;
Io non sono italiana, ma ho visuto in italia per 6 anni e ho presso la carta di soggiorno permanente in italia.
6 mesi fa mi sono trasferita in UK e ho lasciato la casa che avevo comparato li vuota e qualche volta al anno ci vado per pocchi giorni.
Regularmente pago le bolette e tuto che Hera mi manda. Volevo chiedere che tipo di tasse devopagare?
Grazie
Buonasera Matin,
In Italia pagherà solo le imposte relative all’immobile di Sua proprietà (IMU se è vuota e IRPEF o la cedolare secca se è concessa in locazione).
Cordialità.
Buon giorno,
ho la residenza anagrafica in Italia ed un contratto di lavoro dipendente
part time 40% in Italia con societa´ italiana ed un contratto di lavoro
dipendente in Austria al 60% dove ho un contratto di affitto di un appartamento con residenza anagrafica
.In Italia non ho ne’ casa, ne’ figli o moglie. E´ possibile applicare l´articolo 4 della
convenzione Austria-Italia?
Grazie
Saluti
Roberto
Egr. Sig. Roberto,
Più che l’art. 4, l’art. 15 – sul lavoro subordinato, secondo cui:
“1. … i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un’attività dipendente sono imponibili soltanto in detto Stato, a meno che tale attività non venga svolta nell’altro Stato contraente. Se l’attività è quivi svolta, le remunerazioni percepite a tal titolo sono imponibili in questo altro Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le remunerazioni che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un’attività dipendente svolta nell’altro Stato contraente sono imponibili soltanto nel primo Stato se:
a) il beneficiario soggiorna nell’altro Stato per un periodo o periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni nel corso dell’anno fiscale considerato; e
b) le remunerazioni sono pagate da o per conto di un datore di lavoro che non è residente dell’altro stato; e
c) l’onere delle remunerazioni non è sostenuto da una stabile organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha nell’altro Stato”.
I dettagli li conosce Lei al fine di meglio comprendere la regola da applicare.
Cordialità.
Egregio Avvocato,
nel ringraziarla per il suo sollecito riscontro, colgo l’occasione
per chiederle alcuni chiarimenti.
La mia incertezza nasce dal fatto che io ho la residenza anagrafica sia
in Austria che in Italia ( in base alla leggi interne dei singoli stati
risulto residente in entrambi in quanto per l´Italia fa fede l`iscrizione
all´anagrafe di un comune italiano ovvero la non iscrizione all`AIRE).
In Austria ho vissuto per piu´di 183 giorni ed ho un regolare
contratto di locazione e di lavoro stabile. Il mio unico legame con l’Italia
e´ un contratto di lavoro subordinato part time 40%, ma l’attivita’ lavorativa prevalente
la svolgo in Austria. Quindi la dichiarazione dei redditi la devo fare in Italia o
in Austria? Appare evidente che in qualunque dei due stati io faccia
la dichiarazione, dovro’ dichiarare anche il reddito percepito
nell’ altro stato.
Mi riferivo all´articolo 4 della convenzione Italia-Austria
per stabilire l´unicita´ della residenza fiscale per fare il conguaglio
dei 2 redditi (italiano ed austriaco).
Grazie
Distinti Saluti
Roberto Ampelio
Buonasera Roberto,
Lei è considerato fiscalmente residente in entrambi gli Stati in base alle rispettive normative domestiche (c.d. “doppia residenza“).
Infatti l’art. 4 della Convenzione risolve questo conflitto e stabilisce quale Stato di effettiva residenza fiscale l’Austria.
In questo Stato, infatti, dovrà adempiere a tutti gli obblighi fiscali ad esso imputabili.
Si tratta di una “unicità” parziale, non bisogna infatti dimenticare l’eventuale tassazione nello Stato della fonte del reddito ex art. 4 comma 1:
“Tuttavia, tale espressione non comprende le persone che sono imponibili in questo Stato soltanto per il reddito che esse ricavano da fonti situate in detto Stato o per il patrimonio che esse possiedono in detto Stato”.
Lei ha altresì un reddito proveniente dall’Italia che verrà trattato sulla base dell’art. 15 della Convenzione.
Su questo punto non posso darLe altri chiarimenti non avendo alcuna informazione sul Suo datore di lavoro.
In ogni caso, ne consegue che si potrebbe verificare un caso di doppia imposizione (per il reddito proveniente dall’Italia) risolvibile esclusivamente attraverso la regola del credito d’imposta.
Cordialità.
Salve, sono un persona italiana che ha lavorato e pagato 2 anni di contributi in inghilterra,
dopo i quali mi sono trasferita in spagna dove ho portato i controbuti inglesi e dopo sei mesi
di lavoro sono entrata in disoccupazione. Da piú di un anno ho il NIE verde e la residenza fiscale spagnola
non permanente perché si ottiene dopo 5 anni)e italiana senza essere iscritta all’AIRE.Quest’anno dovró fare
la dichiarazione dei redditi in spagna e non so se dovró chiedere un certificato di residenza fiscale in
spagna per includere le parti proporzionali dei beni immobili in italia e fare un unica dichiarazione.
In Italia sono stata a carico della famiglia fino a qualche anno fa e le parti proporzionali dei beni immobili
sono sempre state presentate e pagate da loro in italia.
Prima di partire per la spagna sono uscita dal carico famigliare dopo avere lavorato
in italia e dunqunque dovetti presentare la prima dichiarazione in italia da sola.
Come dovrei procedere a riguardo per evitare multe?
grazie in anticipo
Buon giorno, scrivo con un dubbio specifico che risulta dalla lettura della Convenzione Contro la Doppia Imposizione tra L’Italia ed il Venezuela. Essendo residente e cittadino di entrambi paesi, ma essendo chiaro ed certo di avere il centro dei miei interessi sociali In Venezuela, come sono anche certo di aver speso più di sei mesi all’anno in Venezuela negli ultimi 3 anni, mi sembra di aver capito che sotto la Convenzione, la mia residenza sarebbe stabilita in Venezuela. Cosi come la convenzione anche stabilisce che l’imposta per l’alienazione di un bene immobile dev’essere pagata solo nel paese in cui vi é l’;immobile..allora mi pongo la domanda, dovrei comunque dichiarare detta alienazione in una dichiarazione del reddito in Italia, anche non avendo percepito nessun reddito in Italia, ed anche se la convenzione stabilisce che detta imposta e solamente imponibile in Venezuela? Non vorrei entrare fuori legge con una dichiarazione omessa. Vi ringrazio in anticipo per il chiarimento.
Buogiorno, ho vissuto in italia per 12 anni regolare con carta soggiorno.Da 6 anni vivo in albania, dove svolgo lavoro dipendente. Un anno fa ho acquisito la cittadinanza italiana. Non ho fatto registrazione a Aire percio risulto residente in entrambi i paesi. Vorrei aprire la mia partitz ivz in albania come persona fisica.Dove dichiarare il mio reddito e dove viene tassato?devo registrarmi ad aire per evvitare ka doppia tassazione?Grazie anticipatamente
Gent.le Sig.ra Suela,
se Lei non ha reddito proveniente dall’Italia o beni in Italia e di fatto si trova per la maggior parte dell’anno in Albania, dove ha altresì il centro dei Suoi interessi, le imposte dovrebbe pagarle tutte in Albania (secondo il Modello OCSE o la Convenzione tra i due Stati).
Per evitare però accertamenti e contestazioni che La costringeranno a difendersi, Le conviene iscriversi all’Aire.
Cordiali saluti.
Buongiorno, sono cittadino extracomunitario munito di carta soggiorno. In italia ho vissuto 15 anni dove esercitavo l’attivita come libero professionista odontoiatra con partita iva. Da 9 anni sono tornato nel mio paese, Albania dove dopo essermi iscritto all’ordine dei medici ho aperto anche qua la partita iva e lavoro come libera professionista in varie istituzioni private (no ho un mio studio).vivo qua con la mia famiglia, intanto in italia produco reddito come ambulante tenendo apperto la partita iva che avevo.Di fatto la maggior parte dell’anno sto in Albania. Dovrei iscrivermi a aire? Dove vengono tassati i miei redditi in albania oppure in italia ?(producco redditi sia in albania come libero professionista e producco reddito anche in italia come impresa individuale venditore ambulante.ringraziamenti anticipatia
Buongiorno Dott. Armando,
le generali regole per evitare la doppia imposizione prevedono che i redditi prodotti in Italia si tassino in Italia ed i redditi prodotti in Albania in Albania – ma le Convenzioni fra gli Stati possono prevedere altre soluzioni.
E’ opportuno verificare la Convenzione contro la doppia imposizione tra l’Italia e Albania.
Secondo le normative italiane però se un soggetto risulta anagraficamente residente in Italia (quindi non iscritto all’Aire), tutti i Suoi redditi devono essere tassati in Italia.
Per tale ragione è possibile che il Fisco italiano faccia alcuni controlli nei Suoi confronti.
Cordiali saluti.
Buongiorno, ho residenza in Brasile, regolarmnte iscritto all’ aire, posso eventualente presentare domanda per domicilio in italia? mi servirebbe per comunicazioni con le banche e altri problemi che da qui non potrei risolvere.
Esiste questa possibilità? Grazie
Certo, non ci sono impedimenti.
Salve io sono un cittadino italiano che da qualche hanno risiede negli Usa e sono attualmente cittadino americano da circa 3 anni. Ho intenzione di ritornare a vivere in Italia in modo permanente e vorrei chiarire dei dubbi su come e dove verrei tassato. Queste sono le domande:
1) possiedo degli immobili negli Usa dai quali ricavo degli utili dagli affitti. Verro’ tassato solamente negli Usa?
2) mia moglie percepisce una pensione di infortunio militare negli Usa (non tassabile negli Usa per legge.). Verra’ tassata solamente negli Usa?
3) mia moglie vorrebbe lavorare per una compagnia statunitense (come insegnante per un’universita’ Americana che ha un programma online)una volta residente in Italia. Verra’ tassata solamente negli Usa? Grazie mille per il vostro aiuto.
Cordiali saluti
Tommaso
Salve, io sono Italiano ma mi sono sposato in Spagna. volevo sapere se posso fare la residenza in Spagna mantenendo la residenza in Italia. Comunque io lavoro sulle navi da crociera e pago le tasse in Italia. In Spagna non avrei nessun reddito.
Buonasera, non ci sono impedimenti, può richiedere la residenza anagrafica in vari Paesi. In questo caso la residenza fiscale verrà stabilita sulla base della Convenzione sulla doppia imposizione tra i due Paesi.
Cordiali saluti.
Buonasera Avv. Margherita Kósa,
sono residente in Italia, pago le tasse in Italia sugli immobili (appartamento in condivisione con i miei fratelli). Sono socio di una società che al momento non ha fatturato. Adesso lavoro in Spagna da 6 mesi e pago le tasse sul reddito in Spagna. Devo iscrivermi all’Aire per non pagare le tasse anche in Italia?
Buonasera Marco,
la Sua residenza fiscale verrà stabilita sulla base della Convenzione sulla Doppia imposizione tra la Spagna ed Italia.
Nel paese della Sua residenza fiscale verranno tassati tutti i Suoi redditi.
In ogni caso, l’immobile, trovandosi in Italia verrà tassato solo in Italia.
La residenza anagrafica in Italia fa si che il Fisco italiano possa applicare una presunzione della residenza fiscale in Italia.
In questo caso, il contribuente, in caso di accertamento, dovrà difendersi e dimostrare che, nonostante la residenza anagrafica italiana, la residenza fiscale non si trova in Italia.
Infine, per evitare accertamenti, direi che è sempre meglio iscriversi all’AIRE.
Cordiali saluti.
buona sera sono italiano ma io e mia moglie siamo all estero dove paghiamo le tasse per L attività lavorativa che abbiamo, posso lavorare saltuariamente in Italia e pagare le tasse in Italia? Sono iscritto all aire
Vorremmo trasferirci in Italia tra qualche anno possiamo tenere L attività lavorativa estera r pagare le tasse all estero o devo pagare doppie tasse anche nel caso che lavori in Italia?se compro casa in Italia devo essere tassato anche all estero?ultima domanda avvocato, posso avere due residenze?
Grazie
Avv. Margherita buon pomeriggio,
gentilmente la sua opinione: sono residente in Brasile, regolarmente iscritto all`AIRE.
In Brasile pago annualmente l`imposto sulla casa, e una somma mensile al fisco locale per garantirmi un minimo di pensione (speriamo) ancheperchè avevo un`attività.
Il punto è questo che seguirà:
lo studio notarile mi richiede il CERTIFICATO DI RESIDENZA AIRE per un passaggio di case tra me e mio fratello, e questa casa che vine a me sarà l`unica proprietà che avrò qui in Italia, l`unica casa, quindi la prima casa.
Assolutamente penso di tornare a vivere in Italia, ridurre al minimo indispensabile i rapporti con questo paese, questa casa andrà in affitto.
Quale la sua opinione? Mi hanno suggerito la doppia residenza, che ne pensa a proposito?
Lei come si comporterebbe?
Grazie tante per la lettura, tempo, disponibilità.
GC
Mi correggo sopra quando scrivo di forma errata, e se può farlo LEI, grazie per la comprensione:
Assolutamente NON penso di tornare a vivere in Italia……
Salve
Ho lavorato per 5 anni in Germania in maniera continuativa, pagando regolarmente le tasse, tornando saltuariamente in Italia. Non mi sono mai iscritto all’AIRE. Ora che sono rientrato in Italia devo provvedere a pagare le tasse per i periodi d’imposta passati o nel caso dimostri la mia residenza fiscale tedesca non sono tenuto a farlo?
saluti.
Buonasera Luca,
se (!!!) il Fisco dovesse farLe un accertamento, ovviamente dovrà dimostrare che la Sua residenza fiscale per i 5 anni passati è stata in Germania, per evitare la doppia imposizione.
Cordiali saluti.
Buongiorno Avvocato Margherita,
potrebbe dare il suo parere e suggerimenti di quanto scritto sopra?
Grazie tanta. GC
Buongiorno Avvocato,
sono un cittadino libanese residente fiscalmente in italia e in libano , possiedo in italia un’appartamento dove c’e la mia residenza anche altri 2 appartamenti in affitti , la maggior parte dell’anno mi trovo in libano dove vivo e lavoro (socio di una societa) . nella dichiarazione dei redditi il commercialista mia ha detto che si deve tassare in italia tutto quello che guadagno in libano anche pagare il bollo sul mio conto deposito sempre in libano , la questione: ha ragione il commercialista o si deve solo pagare il reddito percepito dall’italia ?
saluti
Buonasera,
gli utili dell’impresa di uno Stato, secondo l’art. 7 della Convenzione tra Italia e Libano, devono essere tassati solamente in detto Stato.
I dividendi hanno invece una regola particolare ex art. 10.
Sugli immobili non adibiti ad abitazione principale (IVIE) e sui conti correnti (IVAFE) che detiene in Libano è da pagare, di regola, una minima imposta.
Ci sono però casi di esenzione ed è comunque possibile dedurre le imposte già pagate in Libano.
Cordiali saluti.
Buongiorno avvocato,
le chiedo la sua opinione:
tra poco iniziero un dottorato in Germania dove prenderò la residenza/domicilio. Lo stipendio del dottorato immagino sarà tassato in Germania. Vorrei comunque mantenere la mia residenza in Italia dove non percipisco più alcun reddito. In Italia sto prendendo in affitto un appartamento. Devo dichiarare qualcosa in Italia al fisco? Cosa devo fare per essere in regola?
P.S. Sono un cittadino extracommunitario con permesso di soggiorno.
Grazie.
Cordiali saluti
Buonasera,
secondo l’art. 15 della Convenzione tra la Germania ed Italia Lei dovrà pagare le imposte sullo stipendio solamente in Germania.
Cordialità.
Buongiorno Avvocato, ho doppia residenza, inglese ed italiana. Lavoro con un contratto full time ed a tempo indeterminato per la sanità inglese. Ovviamente risiedo in UK più di 183gg l’anno, tuttavia non sono iscritto all’aire. La mia famiglia vive in Italia dove possiedo anche una casa ed un’auto. Dove dovrei pagare le tasse? Grazie mille
Buonasera,
i redditi da salari, stipendi e remunerazioni analoghe, sulla base dell’art. 15 della Convenzione, vengono tassati solamente nello Stato dove viene svolta la relativa attività.
Pertanto, Lei in Italia non dovrà pagare alcuna imposta in relazione al detto reddito.
Cordialità.
Egregio avvocato sono cittadina americana per nascita ma vivo in Italia da 45 anni ho studiato e lavorato in Italia con gli USA non ho alcun rapporto ne proprietà per cui lavorando in Italia pago le tasse regolarmente essendo cittadina italiana .La mia banca mi ha chiesto il codice fiscale americano per cui ho provveduto tramite il consolato ad ottenerlo.La mia domanda e’ la seguente ”quali obblighi fiscali ho nei confronti degli USA? E se ne ho in quale misura?
Gent.ma Sig.ra,
Lei è fiscalmente residente in Italia, non ha, quindi, alcun obbligo fiscale nei confronti degli Stati Uniti (sulla base della sola cittadinanza).
Cordialità.
Buonasera, io ho un caso un po’ particolare.
Premettendo che mi sono sposato da poco e non ho figli.
Io ho una società e vivo in Inghilterra e pago le tasse la, mia moglie invece attualmente lavora a Monaco e paga le tasse in Francia, ma vorrebbe adesso trasferirsi in Italia.
Io non vorrei spostare la mia residenza fiscale in Italia perché andrei comunque si è giù per lavoro per i prossimi 6/8 mesi.
Volevo capire se possiamo continuare ad avere due residenze fiscali in due paesi diversi?
Buonasera,
sulla base della sola residenza anagrafica e la sussistenza del centro degli interessi vitali in Italia, teoricamente, Italia sottoporrà a tassazione tutti i Vs redditi ovunque prodotti.
La residenza fiscale dovrebbe essere una sola e viene stabilita sulla base dalla Convenzione contro la doppia imposizione (e modello OCSE), sottoscritta dagli Stati.
Ma spesso accade che entrambi gli Stati, in base a diverse norme e regole, attireranno a tassazione gli stessi redditi.
In quel caso si ha diritto ad un credito d’imposta in relazione alle somme già versate nell’altro Stato.
Cordialità.
Buongiorno sono cittadino americano residente in Italia da novembre 2018, percepisco una pensione “social security”
ed ho acquistato casa in Italia. Dovrò pagare le tasse in Italia dall’anno 2020 per il 2019 tassando la pensione? ma come evito la doppia tassazione?
dovrò continuare a tassare anche la pensione in Usa? dovrò dichiarare in Usa anche l’abitazione italiana?
grazie mille
Buonasera,
Secondo l’art. 18 della Convenzione “Fatte salve le disposizioni del paragrafo 2 dell’articolo 19 (Funzioni pubbliche), le pensioni e le altre remunerazioni analoghe ricevute in qualità di beneficiario da un residente di uno Stato contraente in relazione ad un cessato impiego, sono imponibili soltanto in detto Stato”.
Cordialità.
Salve
sono cittadino Italiano residente in Germania e iscritto all Aire.
ogni anno faccio dichiarazione dei redditi in Italia perche possiedo due case pagando imu
acqua e spazzatura.
il mio lavoro e in Germania e faccio dichiarazione dei redditi anche qui.
Fra non molto acquisirò anche la cittadinanza Tedesca.
la mia domanda e:
potro avere doppia residenza in Italia e in Germania.
potrò cancellarmi dall Aire.
grazie
Buongiorno,
Lei potrà avere due o più residenze anagrafiche e poi sulla base dell’art. 4 della Convenzione tra Italia e Germania (o altro Stato) verrà stabilita la Sua residenza fiscale.
Sulla base dei fatti da Lei esposti Lei resterà residente fiscalmente in Germania anche se registrasse residenza anagrafica in Italia (e quindi non Le cambierebbe nulla).
Cordiali saluti.
Buongiorno.
Nato a NY, ho doppia cittadinanza. Vivo in Italia, lavoro e pago le tasse sui miei redditi in Italia
regolarmente. Inoltre, però, ho degli interessi immobiliari negli USA che producono reddito, su cui
pago da sempre le tasse al IRS.
Che obbligo ho nei confronti del Fisco Italiano su questi redditi prodotti da beni immobili negli USA ma su cui già pago lì regolarmente le tasse? Ne sono esente in base alla
Convenzione USA – Italia del 1996?
Devo dichiarare questi beni nella formula RW della dichiarazione Italiana?
Grazie, LM
Buongiorno,ho doppia cittadinanza (Italia/Repubblica Ceca) con doppia residenza, sia in italia che in Repubblica Ceca, ma prevalentemente vivo in Italia per la magior parte dell’anno. Mi chiedevo, posso acquistare una moto in Repubblica Ceca immatricolandola la e mettendo tutto a nome mio pagano il dovuto la senza avere poi problemi ad usarla in italia la moto ?
Grazie
Buongiorno, ho la residenza in Germania, ma ho appena un contratto di lavoro part-time in Italia e anche un appartamento in affitto.
Potrei mantenere la residenza in Germania e fissare il mio domicilio in Italia?
Grazie,
Dominic
Buongiorno, vorrei gentilmente sapere se un cittadino italiano residente con la famiglia in Italia ma con lavoro in Svizzera (frontaliere “di fascia”) può SCEGLIERE (per esigenze lavorative) di avere due residenze (sia in Italia che in Svizzera) e quindi pagare le tasse in entrambi i paesi. Se sì, nella dichiarazione italiana può “scalare” quanto già versato in Svizzera?
Buongiorno
Sono cittadina tedesca con residenza in Germania presso i miei genitori. Sono assunta in Germania dove lavoro la maggior parte del tempo. Tuttavia ho comprato casa a Milano con il mio compagno (tedesco) e dove intendo prendere residenza. Sapendo che passerò quasi tutti i week end in Italia, dove avrò una casa di proprietà, dove è il mio centro di interesse (compagno e figli acquisiti), cosa implica fiscalmente? È corretto dire che il mio datore di lavoro mi farà la busta paga secondo le regole tedesche (il datore di lavoro è in Germania), ma io ogni anno dovrò fare una dichiarazione dei redditi in Italia per verificare eventuali conguagli fiscali allo stato italiano? Da un punto di vista pensionistico basta pagare i contributi in Germania giusto?
Grazie mille
Buonasera,
Sono un cittadino italiano e americano. Dopo cinquantun anni vissuti negli USA sono tornato da pochissimo a risiedere in Italia. Negli USA percepisco due pensioni, una privata e una dello stato, e sulle quali pago regolarmente le tasse, sempre negli USA.
Devo denunciare quei redditi in Italia?
Grazie mille
Buon giorno,
sono un giovane cittadino italiano 50enne che risiede in italia. L’età mi ha insinuato un sogno che mi sta divorando. Voglio acquistare un auto sportiva usata in germania ma x ovvi motivi economici non voglio immatricolarla in italia.
Posso, in modo legale, prendere la residenza tedesca, pur rimanendo in italia a lavorare. Se si, visto che mi pare di capire che sia mio diritto comunitario, a cosa mi espone economicamente avere la residenza in germania ma vivere in italia?
Grazie 1000 x qualunque delucidazione/consiglio
Buona sera avvocato, mia figlia ha iniziato l’anno scorso l’università in Inghilterra. Il prossimo anno lavorerà nell’ambito dei sui studi, percependo un compenso di 18.000 sterline, in una azienda di ricerca. Visto che in UK la tassazione per l’importo in questione non ci sarà, perché a cavallo di due anni contributivi è possibile, lasciando la residenza in Italia, non essere tassati in Italia.
Salve, risiedo dal dicembre 2018 in Olanda ma non sono ancora iscritto all’Aire. Non ho redditi in Italia, solo in Olanda come lavoratore dipendente. Per l’anno fiscale 2019 dovrò fare la dichiarazione dei redditi in Italia? Grazie, saluti
Gentile Avvocato,
sono un cittadino italiano iscritto all’Aire in Svezia dove lavoro e risiedo per almeno 8 mesi l’anno.
Tuttavia, ho anche un contratto al 30% con un ente pubblico italiano e inoltre percepisco una rendita da un immbile che possiedo in Italia.
Pago su tutti i miei redditi le tasse in Italia (per quelli prodotti in Italia) e Svezia (per quelli prodotti li). Crede che sono in regola? Come funziona il domicilio fiscale in questi casi?
Grazie mille
vivo in Inghiterra da oltre tre anni e ancora non sono iscritto allaire. quindi residente in Italia.. ma anche in Inghilterra.
dopo essermi iscritto all AIRE perdo la cittadinanza italiana?
rischio di perdere il mio appartamento popolare in Italia?
il cud devo compilarlo con il reddito ottenuto in Inghilterra o con il reddito dell Italia?
cordiali saluti.
Salve,
sono un agente con partita iva residente in Italia. Il mio lavoro mi porterà ad essere
tantissimo in Germania e Austria. Poiché in Germania vivono mio fratello e sorella, vorrei
iscrivermi come seconda residenza in Germania, la principale per contributi e tasse lasce_
rei in Italia.
E’ possibile? Cosa bisognerebbe fare con esattezza?
Ringrazio in anticipo per la risposta e consulenza.
Saluti
Pietro Carbone
Buongiorno,
è ovviamente possibile, deve seguire le procedure previste in Germania al fine di registrare anche li una residenza ed informarsi in relazione agli eventuali adempimenti fiscali anche in Germania.
Cordiali saluti.
Buon pomeriggio,
io lavoro in Italia (la mia residenza fiscale quindi dovrebbe essere in Italia?!) e sono residente in Svizzera.
Se apro un conto risparmio in Svizzera, questo conto devo dichiararlo al fisco quando annualmente compilo la dichiarazione dei redditi?
Grazie mille per la risposta.
Saluti,
Onofrio.
Buonasera,
il semplice fatto che Lei lavora in Italia non è determinante per la residenza fiscale.
La residenza fiscale viene stabilita sulla base dei criteri indicati nella Convenzione tra i due Stati (secondo cui se Lei nella maggior parte dell’anno si trova in Italia la Sua residenza fiscale sarà in Italia).
La legge italiana obbliga però i residenti in Italia a dichiarare i beni detenuti all’estero, compresi i conti correnti e i depositi ad esso collegati.
Dal 2017 è attivo lo scambio automatico di informazioni fra la Svizzera e l’Italia nell’ambito dell’attività di monitoraggio fiscale e per la lotta al riciclaggio e la segretezza del conto in Svizzera non esiste più per le persone fisiche residenti in Italia.
Il conto corrente svizzero aperto da un soggetto residente fiscalmente in Italia obbliga il contribuente alla compilazione dell’apposito quadro RW del modello Unico di dichiarazione dei redditi nel quale verranno indicate le somme detenute.
Qualora la giacenza media annua superi i 5.000 euro, il contribuente dovrà versare l’imposta Ivafe di euro 34,50 a mezzo modello F24, come avviene per i conti correnti italiani soggetti a imposta di bollo. Diversamente il conto corrente svizzero sarà causa di sanzioni e di notevoli problematiche.
Le banche svizzere sono obbligate dalla legge elvetica a comunicare alle autorità fiscali interne i rapporti di conto corrente aperti a favore di non residenti che saranno resi noti al fisco del Paese di appartenenza.
Cordiali saluti.
Buongiorno, sono italiano è hábito in Svizzera. vorrei fare prima residenza a Cagliari et seconda in Svizzera. vorrei informazioni per le tasse . sono pensionato dallo stato Svizzera e come fare per la prima residenza. grazie mille
Buongiorno, secondo la Convenzione tra Italia e Svizzera (art. 18), Lei le imposte sulla pensione le dovrà pagare in Italia se decide di trasferire in Italia la Sua residenza fiscale – a meno che Lei non sia stato dipendente dello Stato Svizzero o società svizzera di diritto pubblico (art. 19).
Cordiali saluti.
Buongiorno
Non ci siamo capito bene .
Io vorrei fare la prima residenza chi in Italia. Quanto dovrei pagare dir un re venuto di pensione de 35.000 a 50.000 euro al anno di tasse. 5%,8%,10%…? Perché io dovrei andare a là comuna di pula a Cagliari dove mi trovo per informazioni. Io vorrei guardare la seconda residenza in Svizzera e fare la prima chi in Italia per 6 mese e pagare le tasse chi .
Le ringrazio molto.
Buongiorno, non esiste prima e secondo residenza fiscale. La residenze fiscale è una, le residenze anagrafiche possono essere 2-3-4, quante uno ne desidera. La residenza fiscale viene definita dalla suddetta Convenzione, ma se Lei si iscrive all’anagrafe in Italia sarà considerato dallo Stato Italiano residente fiscalmente in Italia e dovrà dichiarare i Suoi redditi e pagare le relative imposte in Italia. Per l’importo da 28.001 euro a 55.000 euro aliquota Irpef 38%: 6.960,00 + 38% sul reddito che supera i 28.000 euro.Se Lei è stato residente all’estero per almeno due anni ha diritto ad un regime agevolato degli impatriati e quindi il Suo reddito viene considerato al 10% (visto che stabilisce residenza in Sardegna) su cui pagherà quanto sopra. Cordialità.
Buongiorno , sono di cittadinanza tedescho , nn sono mai oltre di 183 giorni in Italia , ho una casa in itala e in germania , sono iscritto
al anagrafe tedescho e in Italia . Faccio dichiarazione dei rediti in Germania dove mi trovo la maggior parte del anno e nn ho entrate in italia.
Devo fare dechiarazone rediti in Italia ?
Salve,
Mi chiamo Antonio …, sono Italiano, ma lavoro all’Universita’ di Melbourne in Australia come Associate Professor of Finance. Vi scrivo perche’ avrei bisogno di una consulenza circa l’articolo 20 della Convenzione tra Italia e Stati Uniti (ho cercato sul Vostro sito ma non sono riuscito a trovare alcuna informazione sul costo delle consulenze).
Sulla base di conversazioni con colleghi Italiani che si sono trasferiti in America per lavorare in Universita’, il mio understanding e’ che potrei beneficiare del trattato e risparmiare le federal taxes (fino a che non avro’ la Green-card). Volevo avere conferma che cio’ sia vero, altrimenti, di cosa possa fare per poterne beneficiare.
Questo e’ il mio background, con altre informazioni che mi sembrano utili:
L’anno scorso ho ricevuto un’ offerta di lavoro negli Stati Uniti (dall’ University of Houston). Sebbene il contratto iniziasse dal 1st Settembre 2020, non sono potuto partire per gli Stati Uniti per via del lock-down a Melbourne e perche’ Trump ha bloccato i visti H1b.
Fortunatemente, l’Universita’ ha application per un O-1 visa che e’ stato approvato la settimana scorsa. Una volta completata l’intervista all’ambasciata Americana di Melbourne, conto di partire per gli Stati Uniti (tra Novembre e Dicembre).
Al momento non ho ancora ricevuto alcun salario dalla nuova universita’ perche’ per essere pagato ho bisogno della work authorization che e’ legata all’ottenimento del visto.
Al momento, ho un visto 186 in Australia e pertanto sono iscritto all’AIRE ma conto di spostare la residenza in Italia al piu’ presto (la prossima settimana).
Ho fatto il Dottorato alla Bocconi dal 2006 al 2013 (prima di trasferirmi in Australia), ma ho passato 3 anni come exchange student at the University of California, San Diego (dal 2010 al 2013).
In Italia ricevo un reddito di circa 25,000Euro derivante da investimenti immobiliari e dividendi.
Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti o per una conversazione telefonica.
Saluti.
Egr. …,
con l’iscrizione all’anagrafe italiana (per più di 183 gg / anno), Lei per lo Stato italiano risulterà residente fiscalmente in Italia.
Considerato però che di fatto risiederà negli Stati Uniti si creerà un conflitto di residenza che si risolverà mediante l’applicazione della Convenzione contro la doppia imposizione.
Nel Suo caso è possibile applicare l’art. 20 della Convenzione, secondo cui, nel caso in cui Lei soggiornerà negli Stati Uniti per un periodo non superiore a due anni, allo scopo di insegnare o di effettuare ricerche presso una università sarà esente da imposizione in Italia per le remunerazioni relative a tali attività di insegnamento o di ricerca.
Mentre al fine di stabilire la Sua residenza fiscale sarà necessario comprendere i due anni di soggiorno negli Stati Uniti come verranno poi suddivisi per gli anni solari che verranno presi poi in considerazione.
In base alla residenza fiscale verranno poi tassati i redditi da dividendi ex art. 10 della Convenzione, mentre i redditi immobiliari ex art. 6 verranno tassati in Italia.
Cordiali saluti.
Gentile Avv.to,
Mio fratello è italiano ma con doppia cittadinanza italiana e macedone. Attualmente vive in Macedonia del Nord ed è iscritto all’AIRE. A breve deve firmare un contratto con una società italiana e pertanto prenderà la residenza in Italia, ma potendo lavorare da remoto resterà fisicamente in Macedonia dove ha moglie e figlia. Può risultare residente in Italia, pagando chiaramente le tasse sui redditi da lavoro dipendente e vivere stabilmente in Macedonia senza incorrere in alcun tipo di sanzione in entrambi i paesi?
Qual è la strada migliore da percorrere?
La ringrazio per l’aiuto che potrà darci
Marialia Pisani
Buongiorno,
Emergenza Brexit!
Mio marito è cittadino britannico e lavoratore autonomo pagante tasse in Uk.
Se ora si iscrive all’Anagrafe in Italia verrà poi tassato in Italia?
Anche se non abita in Italia più di 6 mesi l’anno?
Grazie
Buonasera, l’iscrizione all’anagrafe italiana presume semplicemente la residenza fiscale in Italia e quindi l’effettiva residenza fiscale del Sua marito dovrà essere stabilita in base alla Convenzione tra Italia e Regno Unito contro la doppia imposizione: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/REGNO_UNITO_1988-Testo_G.U._ita.pdf.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
io vivo nelle Filippine da 3 anni con il figlio di 3 anni e la mia fidanzata filippina, in Italia sono stato solo 2 mesi nel 2018 e 2 mesi nel 2019.
Non sono ancora iscritto all’Aire anche se il 18/11 ho mandato i documenti al consolato di Manila per chiedere l’iscrizione all’Aire e il cambio della residenza fiscale ma non mi hanno ancora risposto, probabilmente il loro compito e’ limitato all’iscrizione all’Aire.
Posso cambiare la residenza fiscale per evitare di pagare le tasse del 26% sui guadagni dei miei risparmi?
Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.
Fabio
Buonasera,
Lei è già residente fiscalmente nelle Filippine.
Il Fisco italiano, considerata la Sua residenza anagrafica, presumerà la Sua residenza fiscale in Italia.
Tale presunzione Le richiede di dovere provare che la Sua effettiva residenza fiscale è nelle Filippine.
E non credo che Lei sul punto possa avere problemi.
In relazione ai Suoi redditi invece sarebbe importante comprendere che fonte hanno al fine di stabilire in quale Stato è tenuto a pagare le relative imposte.
Cordiali saluti.
Gentile Avv. Kosa,
come d’accordo telefonicamente Le espongo la mia situazione,
è un pò intricata e volevo chiederLe gentilmente cosa secondo Lei sarebbe opportuno fare.
Sono cittadina tedesca e vivo da tanti anni in Italia dove ho marito, figli e una residenza da tanti anni.
Siccome ho sempre passato molto tempo in Germania durante l’anno
avevo mantenuto la residenza in Germania da mio padre, e poi nel 2007 quando mio figlio
ha iniziato le scuole elementari in Italia l’ho dovuta togliere (era residente anche lui lì).
Nel 2010 ho acquistato una casa in Germania e ho ripreso la residenza lì.
Dunque ho due residenze: una in Italia e una in Germania. Sarebbe ‘legale’?
Per quanto riguarda i contributi:
Ho un piccolo reddito annuale dalla mia attività di pittrice (libera professionista),
un affitto della casa in Germania (tranne nei periodi in cui ci sono io)
e dei dividendi (scarsi 3000 euro annui) sul capitale che ho ereditato da mio padre, mantenendo la banca in Germania.
Da quando ho acquistato la casa in Germania ho ripreso a fare la denuncia dei redditi là,
visto che le mie entrate dalle vendite dei miei dipinti vengono dalla Germania e li produco in parte lì.
A quanto ho capito il mio è un caso limite per la decisione dove devo pagare le tasse.
Fino a ora ho denunciato il mio reddito in Germania perché in Italia avrei più costi
e questo mi comprometterebbe l’attività, visto il basso reddito (non varrebbe più la pena).
Ora la cosa si sta un pò complicando perché volevo ricominciare pagare dei contributi per la pensione.
Fino al 2007 ho contribuito in Germania in una cassa sociale per gli artisti (Künstlersozialkasse).
Dopo, spostando il centro di vita in Italia non era più possibile (il soggiorno minimo in Germania erano 183 giorni l’anno).
Ma ora questo regolamento è cambiato, basta un giorno al mese o 5 giorni al trimestre.
Allora ho rifatto la domanda a questa cassa artisti e sembra che sia possibile,
solo che ci vuole un documento (modulo in tedesco: A1 Bescheinigung) che dovrei procurarmi dall’INPS.
Loro dorvrebbero decidere quali sono le norme giuridiche (e per le assicurazioni sociali) applicabili a me, quelle italiane o quelle tedesche.
Le vorrei chiedere anticipatamente, prima di fare questo percorso, quali norme secondo il Suo guidizio vaglono per me
e se facendo questa richiesta all’INPS rischio di non poter continuare più a dichiarare in Germania il reddito artistico
(e questo potrebbe costringermi a smettere).
D’altra parte, non fare questa procedura con l’INPS per avere la mia inquadratura
significherebbe non poter pagare contributi pensionistici attraverso la cassa artisti in Germania.
Un cordiale saluto.
Gent.ma Sig.ra Linda,
Lei può avere tante residenze anagrafiche, anche più di due, è assolutamente legittimo.
La residenza fiscale viene invece stabilita secondo le norme tributarie interne ed in caso di conflitto secondo la Convenzione tra i due Stati per evitare la doppia imposizione.
Dal Suo racconto emerge che Lei ha stretti legami sia con la Germania che con l’Italia e che ha due tipo di reddito (uno dato dall’attività professionale e l’altro dai dividendi).
La Sua situazione ed i Suoi obblighi fiscali si chiariscono quindi mediante l’applicazione della citata Convenzione (https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/GERMANIA_1989-Testo_G.U._ita.pdf).
Secondo l’art. 4 della Convenzione Lei risulterebbe residente fiscalmente in Italia.
Secondo l’art. 14 della Convenzione relativa alle professioni indipendenti se Lei detiene una base fissa in Germania i redditi relativi alla detta base fissa sono imponibili in Germania.
In relazione invece ai dividendi ex art. 10 della Convenzione possono essere pagate sia in Italia che Germania.
Le regole da applicare alla Sua situazione sono queste ed entrambe le autorità devono tenerne conto.
Cordiali saluti.
Gentile Avvocato.
Io e la mia compagna, ci troviamo nella situazione di avere una doppia residenze.
Siamo entrambi cittadini italiani ma lavoriamo e viviamo in Francia.
Volevamo sapere se per il nostro caso era obbligatoria l’ inscrizione a l’Aire, e quindi perdere la nostra residenza in Italia.
Cordialmente
Buonasera,
Potete avere tutte le residenze anagrafiche che volete.
I soggetti che spostano in modo stabile e duraturo all’estero, per un periodo almeno superiore a 12 mesi la loro residenza sarebbero obbligati ad iscriversi all’AIRE.
Siccome non sono previste sanzioni per la mancata iscrizione all’AIRE l’obbligo diventa relativo.
Il rischio che si può correre è la cancellazione automatica dall’anagrafe del comune di residenza in Italia.
In alcuni casi invece è opportuno iscriversi all’AIRE per evitare contestazioni fiscali.
Cordiali saluti e bonne année!
Buongiorno,
io vivo e lavoro come dipendente in Italia ma ho anche residenza in Albania.
Se aprissi un’attività anche online oltre al lavoro dipendente e aprissi in Albania pagherei le tasse la? soprattutto è fattibile?
Grazie infinite per l’aiuto
Buonasera,
Lei può avere residenza anagrafica sia in Italia che in Albania.
Sulla base di quanto esposto Lei risulta residente fiscalmente in Italia e secondo questa circostanza verrà stabilito il Paese in cui Lei dovrà versare le imposte sui redditi.
Lei ha tutti i diritti di aprire una azienda anche in Albania, dovrà semplicemente stare attento per evitare la esterovestizione.
Cordiali saluti.
Gentile Avv. Margherita Kósa,
vivo in Svezia da alcuni anni, dove ho studiato per ottenere un dottorato di ricerca, durante il quale percepivo uno stipendio sul quale pagavo le tasse qui in Svezia.
Per mia ignoranza, non mi sono mai iscritto all’AIRE. Vivo stabilmente in Svezia, e torno in Italia solo per un paio di settimane all’anno in vacanza.
La mia domanda è se, in caso di accertamento fiscale italiano, sono tenuto a pagare le tasse sul mio salario svedese anche in Italia (doppia tassazione).
Ringraziandola per la sua riposta, le auguro buon anno.
Cordiali saluti,
Giovanni
ps: non posseggo nessuna proprietà o reddito in Italia.
Buonasera,
considerato che Lei è residente sia in Svezia che in Italia (almeno anagraficamente) si crea un conflitto di residenza fiscale che si risolve mediante l’applicazione della Convenzione contro la doppia imposizione fra Italia e Svezia:
https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/SVEZIA_1980-Testo_G.U._ita_fr.pdf.
Secondo l’art. 4 della Convenzione Lei sarà residente fiscalmente nel Paese dove ha l’abitazione permanente e credo che non vi siano dubbi che detta abitazione sia in Svezia.
Inoltre c’è da valutare l’applicazione degli artt. 15, 20 e 21.
Cordiali saluti.
Gentile Avv. Margherita Kósa,
Nel Febbraio 2019 mi sono trasferito in Spagna per lavoro.Non sapendo quanto tempo mi sarei fermato all’estero non ho proceduto immediatamente all’iscrizione all’Aire.
Nonostante abbia vissuto 10 mesi in Spagna e il 99% del mio reddito provenisse da un lavoro subordinato su territorio Spagnolo, nel 2019 ho fatto la dichiarazione sia in Spagna (da non residente) e sia in Italia (da residente).
A marzo 2020 però, ho presentato la domanda di iscrizione all’Aire. Dopo mesi di attesa, il consolato mi ha risposto solamente a Novembre 2020 affermando che uno dei documenti inseriti conteneva una prova di residenza non recente. Mi invitavano inoltre a sostituire il certificato con una data di emissione recente (non oltre i 3 mesi dall’emissione)
Dopo qualche giorno, ho quindi richiesto un nuovo certificato di empadronamiento al comune ma quando ho cercato di re-inseirlo, la pratica era già stata respinta e quindi ho dovuto rifarla nuovamente con una nuova data dicembre 2020.
Per il 2020 desidero fare la dichiarazione solamente in Spagna (da residente) e in Italia (da non residente), poichè vivo in Spagna per la maggior parte del periodo d’imposta, cioè per almeno 183 giorni e i miei redditi sono di provenienza spagnola.
Nel caso avessi dei problemi con lo stato Italiano per la dichiarazione dei redditi del 2020 come posso dimostrare la mia buona fede e l’inefficienza del consolato Italiano sulla ritardata iscrizione?
Come devo procedere?
Distinti Saluti
Grazie Mille e Buona Giornata.
Paolo
Buonasera Paolo,
Lei già dal 1.1.2019 è residente fiscalmente solo in Spagna e le imposte sui redditi da lavoro subordinato da tale data si pagano solo in Spagna.
L’iscrizione all’AIRE serve semplicemente per evitare contestazioni del Fisco italiano, ma non è condizione al fine di avere la residenza fiscale in un altro Paese.
La residenza fiscale viene determinata sulla base dell’art. 4 della Convenzione tra Italia e Spagna per evitare la doppia imposizione.
Attenzione, la residenza fiscale non coincide sempre con la residenza anagrafica.
Se ha pagato imposte in Italia per il 2019 avrebbe diritto al rimborso.
Cordiali saluti.
Buongiorno!
Sono nata in Romania, ma ho vissuto per 14 anni in Italia, dove ho fatto le scuole superiori, vivo e lavoro. Vorrei sapere se è possibile e legale avere la residenza in entrambi i paesi e come funziona per la doppia cittadinanza, dato che ho fatto la richiesta per la cittadinanza italiana (sono in possess di quella romena). La ringrazio!
Gent.le Bianca,
Lei può avere tutte le residenze anagrafiche che vuole.
Sulla base della Sua esposizione sarà residente fiscalmente in Italia.
Può benissimo richiedere anche la cittadinanza italiana, non vi sono impedimenti.
Cordiali saluti.
Gentile Dott.ssa Kosa.
Le scrivo in relazione all’articolo da lei esposto sopra. Da maggio 2009 vivo in Romania e svolgo qui la mia attivita lavorativa.
Purtroppo quando mi sono trasferito in Romania non mi sono inscritto all’AIRE. Qui ho pagato le mie tasse per la mia attivita lavorativa da dipendendete.
In questi anni ho sempre lavorato per aziende romene. Pensavo che la mia posizione fosse chiara al fisco in italia e che dovessi pagare le mie tasse in Romania
in base alla convenzione da le citata nell’articolo di cui sopra (art. 4 della Convenzione OCSE). Tra l’Italia e la Romania vige una convenzione per evitare la doppia imposizione
e viene specificata la situazione della doppia residenza cosi come specificato nella convenzione OCSE.
Ieri ho ricevuto dall’Agenzia delle Entrate una richiesta di informazione riguardanti i miei redditi per l’anno 2015.
Sono entrato in contatto con l’Agenzia delle Entrate e mi hanno comunicato sia telefonicamente sia via email di inviare la docuemntatione che attesti il fatto io vivo in Romania e che le
tasse sono state pagate in Romania. I documenti che mi hanno chiesto di presentare sono:
– contratto di affitto
– permesso di soggiorno (l’anno scorso la residenza di lungo periodo per una durata di 10 anni e che attesta il fatto che negli ultimi 5 anni non ho lasciato la Romania per piu di 6 mesi).
– documentazione riguardante le tasse pagate
– contratto di lavoro.
Mi piacerebbe ricevere un suo parere riguardandte la mia situazione e se presentando tutta la documentazione di cui sopra posso riuscire a chiarire con l’Agenzia delle entrate che la mia abiatazione principale e in Romania
e che il centro degli interessi vitali e in Romania. In base alla sua esperieza ci sono possibilita per riuscire a chiudere felicemente la faccenda o mi devo preparare al peggio?
In questo momento sto predisponendo tutta la documentazione da presentare all’Agenzia delle Entrate e sto provvedendo ad inscrivermi all’AIRE.
In attesa di una sua risposta le porgo i mie piu cordiali saluti.
Egr. Sig. C…,
a prescindere dall’iscrizione all’AIRE – sulla base della Sua esposizione e come previsto dall’art. 4 della Convenzione tra Italia e Romania – Lei già dal 2009 risulta residente fiscalmente in Romania.
E comunque ed in ogni caso il reddito da lavoro dipendente deve essere tassato (salve alcune eccezioni) ex art. 15 della Convenzione in Romania.
La Sua posizione è piuttosto chiara e dovrebbe stare tranquillo, ma fornisca lo stesso la documentazione richiesta dall’AdE, perché se non fornita la documentazione richiesta, detta documentazione non potrà poi essere utilizzata in un eventuale giudizio.
Cordiali saluti.
Gentile Dott.ssa. Kosa,
grazie mille per la sua gentile e celere risposta. Se ho capito bene rientro nel caso di doppia residenza e visto che la mia abitazione permanente e il centro dei miei interessi vitali risultano essere in Romania si applica l’art. 4 della Convenzione tra Italia e Romania. Come anticipato presentero tutta la documentazione all’AdE e faro iscrizione all’AIRE.
Dal suo punto di vista, l’AdE potrebbe imputarmi la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in Italia e chiedermi la differenza delle tasse da pagare in Italia visto che in Romania le tasse sugli stipendi sono piu basse?
In attesa di una sua risposta le porgo i mie piu cordiali saluti.
Ciao Gaetano, come hai risolto poi?
Buongiorno Dott.ssa Kosa, sono un cittadino italiano residente in UK e regolarmente iscritto all’AIRE. La mia famiglia (moglie e due figli) e’ in UK con me e anche loro iscritti all’AIRE. Ho un contratto di lavoro con un societa’ Inglese e pago i contributi in UK. Volevo sapere, nel caso in cui solo la mia famiglia decidesse di rientrare e quindi riprendere la residenza in Italia se in questo caso la mia posizione fiscale cambiera’.
Cordiali saluti
Grazie
Buonasera,
non cambierebbe niente se Lei rimanesse effettivamente residente per ma maggior parte dell’anno in UK.
Meglio restare iscritti all’AIRE – si evitano eventuali contestazioni, ma comunque il reddito da lavoro subordinato verrebbe tassato in UK.
Cordiali saluti.
Buongiorno Avv.,
non so se posso chiedere a Lei questo tipo di informazione.
Siccome mia madre è malata di Alzheimer abbiamo deciso di andare a risiedere in Italia per qualche anno.
Staremmo nelle Filippine fino a settembre oppure ottobre e poi ci trasferiamo in Italia.
Dal punto di vista fiscale la tassazione italiana sulle rendite dalla vendita di azioni oppure cryptovalute comincia dal giorno del nostro arrivo in Italia (in settembre oppure ottobre) oppure dal 1. gennaio 2022 visto che la maggior parte dell’anno la trascorriamo nelle Filippine?
La ringrazio, cordiali saluti.
Buonasera,
se voi rientrate in Italia a settembre 2021, per il 2021 sarete comunque ancora residenti fiscalmente nelle Filippine e quindi solo dal 1.1.2022 le sue rendite saranno tassate in Italia.
Ha verificato se ci sono accrediti da parte dell’Agenzia?
Se non ci sono notizie, faccio un sollecito e se non rispondono o rimborsano io li citerei in causa.
Cordiali saluti.
Eregio Avvocato,
siamo polacchi che vivono in Germania.Un anno fa abbiamo comprato una casa in Italia.Da un poco tempo stiamopensando di fare la residenza in Italia,pero lavoriamo in Germania.Vorrei sapere come si fa con livello fiscale… Fin ora la dichiarazione dei miei redditi e di quelli del mio marito facciamo in Germania. Avendo la residenza italiana dovremmo fare la doppia tassazione o ce uno Convenzione tra la Germania e l Italia?
Gent.ma Bernadeta,
la residenza anagrafica in Italia non coincide sempre con la residenza fiscale.
Come ha correttamente fatto riferimento, la residenza fiscale viene stabilito sulla base della Convenzione tra la Germania e Italia.
Da quello che mi ha esposto sembrerebbe che la Vs abitazione permanente si trovi in Germania, quindi, Voi per i Vs redditi paghereste le imposte in Germania.
Sarete comunque tenuti a dichiarare e pagare in Italia le imposte relative all’immobile in Italia.
Cordiali saluti.
Sono un medico pensionato, residente in Francia dal 2013 e la’ faccio la mia denuncia dei redditi.Esiste un accordo bilaterale Italia-Francia per evitare la doppia imposizione fiscale (percepisco in Italia una pensione ENPAM,ente privato).
Pagavo le mie imposte in toto in Francia fino a tre anni fà da quando mi vengono fatte le trattenute fiscali sulla pensione Enpam in Italia adducendo a pretesto un accordo amichevole (!)a livello Consolato generale,accordo non avente valore legale,in quanto mai trasormato in legge.Di fatto vengo ora sottoposto a doppia imposizione fiscale,in Italia per la pensione Enpam,reddito pressoche’totale e in Francia.Il credito di imposta,di origine dall’Italia,da far valere sulla mia denuncia dei redditi francese e’ molto a me sfavorevole ,non esistendo in Italia il quoziente familiare su cui calcolare le aliquote fiscali,ed essendo quindi tale credito d’imposta molto superiore a quanto dovuto in Francia.
Così violando l’accordo che evita la doppia imposizione, danneggiandomi oltretutto in quanto nono posso sul reddito pensionistico- la quasi totalita’ del mio reddito-effettuare deduzioni e detrazioni.Inoltre pur essendo residente in Francia mi vengono detratte dalla pensione anche l’irpef regionale e comunale del comune di origine.
Sottolineo ancora che il mio ente pensionistico ENPAM è privato.
E’ possibile fare qualcosa?
Porgo i miei saluti.
Egr. Dott. …,
la normativa di riferimento, come da Lei correttamente individuata è la Convenzione fra i due Stati:
https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/dipartimento_pol_fisc/Francia.pdf
Il quadro normativo completo applicabile al Suo caso è il seguente:
Art. 18 della Convenzione:
“1. Fatte salve le disposizioni del paragrafo 2 dell’articolo 19, le pensioni e altre remunerazioni analoghe, pagate ad un residente di uno Stato in relazione ad un cessato impiego, sono imponibili soltanto in questo Stato.
2. Nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le pensioni ed altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, sono imponibili in detto Stato”.
Comma 2 art. 19 della Convenzione:
“2. a) Le pensioni corrisposte da uno Stato o da una sua suddivisione politica o amministrativa o da un suo ente locale, (per quanto riguarda l’Italia), o da un suo ente territoriale (per quanto riguarda la Francia) sia direttamente sia mediante prelevamento da fondi da essi costituiti, a una persona fisica in corrispettivo di servizi resi a detto Stato o a detta suddivisione od ente, sono imponibili soltanto in questo Stato.
b) Tuttavia, tali pensioni sono imponibili soltanto nell’altro Stato qualora il beneficiario sia un residente di detto Stato e ne abbia la nazionalità senza avere la nazionalità dello Stato dal quale provengono le pensioni”.
Art. 10 del Protocollo:
“Per quanto concerne l’Articolo 19, resta inteso che:
a) le autorità competenti degli Stati possono, di comune accordo, applicare le disposizioni dei paragrafi 1 e 2 di detto articolo ai dipendenti di organismi a carattere pubblico;
b) i paragrafi 1 e 2 si applicano anche alle remunerazioni ed alle pensioni corrisposte alle persone che esercitano le loro attività presso le istituzioni culturali e gli istituti di insegnamento previsti dalla Convenzione culturale tra il Governo della Repubblica francese ed il Governo della Repubblica italiana firmata a Parigi il 4 novembre 1949 e completata dallo scambio di lettere del 9 novembre e del 6 dicembre 1954 e del 17 maggio 1965.
Nonostante quanto previsto dall’articolo 31, la presente disposizione si applica alle remunerazioni ed alle pensioni per le quali il termine di prescrizione fissato dalla legislazione interna di ciascuno degli Stati scade dopo il 31 dicembre 1987”.
Art. 16 del Protocollo:
“I contributi pagati da o a favore di una persona fisica che è residente di uno Stato o che ivi soggiorna temporaneamente, ad un istituto di pensioni riconosciuto dalle autorità competenti dell’altro Stato di cui detta persona era in precedenza residente sono trattati sotto il profilo fiscale nel primo Stato nello stesso modo dei contributi pagati ad un istituto di pensioni riconosciuto dalle autorità competenti di questo Stato, se esse accettano il riconoscimento ottenuto nell’altro Stato da tale istituto di pensioni”.
Lette le suddette previsioni, l’unica spiegazione dell’operato del Fisco italiano sarebbe l’applicazione dell’art. 19, che ritengo sia illegittimo nel Suo caso.
Cordiali saluti.
Egregio avvocato
scrivo a nome di mio figlio( italiano )che da anni si è trasferito in Spagna dove risiede con la compagna ( spagnola ) in casa di proprietà al 50%.
Per motivi di lavoro sarà obbligato a trasferirsi in Italia per un periodo di alcuni anni e quindi dovrà affittare casa qui in Italia.
È chiaro che la dichiarazione dei redditi sarà da eseguire nello stato in cui
si sono passati più di 6 mesi quindi poiché si trasferirà in Maggio nel 2022 dovrà eseguire la dichiarazione in Italia.
La domanda è soprattutto mirata alle tasse di residenza poiché in Spagna dispone di una sua proprietà che credo affitterà per il periodo che passerà in Italia. In Italia invece vivrà temporaneamente come residente in una casa in affitto.
Come si dovrà gestire questa situazione ai fini della dichiarazione redditi ?
Ringrazio in anticipo per la risposta
distinti saluti da Gian Pietro
Egr. Sig. Gian Pietro,
il caso di Suo figlio indubbiamente fa configurare un conflitto di residenza fiscale tra Italia e Spagna.
Il conflitto si risolve mediante l’applicazione dell’art. 4 della Convenzione contro la doppia imposizione tra i due Stati, secondo cui:
“2. Quando, in base alle disposizioni del paragrafo 1, una persona fisica è considerata residente di entrambi gli Stati contraenti, la sua situazione è determinata nel seguente modo:
a) detta persona è considerata residente dello Stato contraente nel quale ha una abitazione permanente. Quando essa dispone di una abitazione permanente in ciascuno degli Stati contraenti, è considerata residente dello Stato contraente nel quale le sue relazioni personali ed economiche sono più strette (centro degli interessi vitali);
b) se non si può determinare lo Stato contraente nel quale detta persona ha il centro dei suoi interessi vitali, o se la medesima non ha una abitazione permanente in alcuno degli Stati contraenti, essa è considerata residente dello Stato contraente in cui soggiorna abitualmente;
c) se detta persona soggiorna abitualmente in entrambi gli Stati contraenti ovvero non soggiorna abitualmente in alcuno di essi, essa è considerata residente dello Stato contraente del quale ha la
nazionalità;
d) se detta persona ha la nazionalità di entrambi gli Stati contraenti, o se non ha la nazionalità di alcuno di essi, le autorità competenti degli Stati contraenti risolvono la questione di comune accordo”.
Sulla base della succitata norma e sulla base delle informazioni da Lei fornite sembrerebbe che Suo figlio risultasse residente fiscalmente dal 2022 in Italia.
In ogni caso i redditi immobiliari secondo l’art. 6 “sono imponibili nello Stato contraente in cui detti beni sono situati”.
In Italia Suo figlio dovrà comunque dichiarare l’immobile di sua proprietà in Spagna ed anche i conti correnti in Spagna se le somme depositate eccedono l’importo di € 5.000,00.
Mentre le imposte sul reddito da lavoro subordinato, ex art. 15 Convenzione, sono da dichiarare e da versare in Italia.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Mi chiamo Rodrigue (RoD) avendo vissuto in Italia e ottenuto la carta di soggiorno, mio datore di lavore italiano mi ha trasferito in Brasile da tre anni con un contratto di lavoro locale con cessazione di quello italiano dove non ricevo più nessun soldi.
Mi chiedo se non avendo fatto la cancellazione all’anagrafe in Italia, posso essere fiscalmente residente in Italia pur lavorando in Brasile.
PS: In Italia non ho né famiglia, casa o qualsiasi tipo di investimento e in questi anni non trascorso più di 14 giorni sul territorio Italiano.
Inoltre vorrei sapere se é compatibile avendo un Permesso di soggiorno CE e lavorando per una società italiana, avere un contratto di espatrio con la medesima. Cioè mantenendo il rapporto di lavoro in Italia ma essere in Espatrio presso un’altra filiale dello stesso gruppo senza problemi legali per l’azienda.
Grazie mille.
Buonasera,
la semplice residenza anagrafica e/o la carta di soggiorno non sono decisivi al fine di determinare la residenza fiscale.
Potrebbero semplicemente sollevare un conflitto facilmente risolvibile, in quanto Lei non ha più alcun legame fattuale con l’Italia.
In relazione quindi al Suo reddito da lavoro subordinato in Brasile Lei non ha alcun obbligo fiscale in Italia.
Cordiali saluti.
Buongiorno , sono di cittadinanza tedescho , nn sono mai oltre di 183 giorni in Italia , ho una casa in itala e in germania , sono iscritto
al anagrafe tedescho e in Italia . Faccio dichiarazione dei rediti in Germania dove mi trovo la maggior parte del anno e nn ho entrate in italia.
Devo fare dechiarazone rediti in Italia ?
Buonasera, solo dichiarazione IMU da presentare al Comune in cui è ubicato il Suo immobile, entro il 30 Giugno dell’anno successivo alla data in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta. Cordiali saluti.
Inoltre secondo l’art. 1 comma 48, a partire dall’anno 2021 per una sola unità immobiliare a uso abitativo, non locata o data in comodato d’uso, posseduta in Italia a titolo di proprietà o usufrutto da soggetti non residenti nel territorio dello Stato che siano titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia, residenti in uno Stato di assicurazione diverso dall’Italia, l’imposta municipale propria di cui all’articolo 1, commi da 739 a 783, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, è applicata nella misura della metà e la tassa sui rifiuti avente natura di tributo o la tariffa sui rifiuti avente natura di corrispettivo, di cui, rispettivamente, al comma 639 e al comma 668 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, è dovuta in misura ridotta di due terzi.
La riduzione si applica però solo sull’abitazione e non anche sulle pertinenze.
Quindi hanno diritto alla riduzione IMU solo i titolari di una pensione internazionale, che hanno lavorato in Stati esteri extracomunitari in convenzione con l’Italia e che sono residenti all’estero.
Buon giorno, sono un italiano e sto facendo il dottorato di ricerca in Francia. Ho un salario facente funzione di borsa di studio erogato dall’Università di appartenenza francese su cui pago tutte le tasse mensilmente e in Italia non ho proprietà eccetto che un automobile su cui pago il bollo.
Come devo procedere con la dichiarazione dei redditi in Italia? Sarà possibile trasferire quanto versato per la pensione in Italia? Non ho fatto ancora l’inscrizione all’AIRE causa Covid e cure programmate che ricevo da questo inverno.
Buongiorno,
il trattamento fiscale in relazione alla Sua situazione è regolato dall’art. 20 della Convenzione tra Italia e Francia per evitare la doppia imposizione:
https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/dipartimento_pol_fisc/Francia.pdf.
Cordiali saluti.
Buona sera, da gennaio 2021 vivo in Francia dove ho comperato una casa e mi sono iscritta all’Aire. Non lavoro ne ho una pensione. Purtroppo la casa che ho comperata si è rivelata un errore ed adesso vorrei rivenderla. Non capisco però a quale stato devo pagare le tasse, soprattutto nel caso di una plusvalenza. Grazie
Buongiorno,
i redditi derivanti da beni immobili sono imponibili nello Stato in cui detti beni sono situati.
Dovrà presentare in Francia una dichiarazione di plusvalenza, nominando un rappresentante fiscale se il prezzo della vendita supera € 150.000.
L’imposta di regola è del 36,2% della plusvalenza imponibile (ma ci sono esenzioni in particolari casi).
Va inoltre pagata una imposta supplementare se la plusvalenza netta imponibile è superiore a € 50.000.
In ogni caso per avere informazione precise si deve informare con un consulente fiscale francese.
Cordiali saluti.
Salve . Sono la cittadinanza italiana .Ho la residenza in italia e la mia famiglia in italia . Lavoro in giordania e ho la residenza in giordanza .ritorno in Italia solo in vacanza .non sono inscrito a l aire .pago le tassi in giordania.a questo caso devo pagare le tassi sul stupendio anche in italia. Grazie mille
Buonasera, nel Suo caso risulta un conflitto di residenza fiscale, pertanto dovrà verificare la Convenzione tra Italia e Giordania. Cordiali saluti.
Buongiorno Avvocato, sono un agente di commercio venezuelano che da febbraio 2021, anche causa covid è stato costretto a prendere la residenza in Italia, per l’impossibilità di viaggiare e muoversi liberamente.
A fine 2021 diventerò un soggetto fiscalmente residente in Italia e pertanto tassato sul reddito ovunque prodotto.
Come potrò dichiarare e tassare il reddito da partita iva venezuelana, peraltro tassato già in Venezuela? E’ un reddito diverso soggetto a imposta sostitutiva?. Cordiali saluti
Buonasera, la Sua situazione è regolata dalla Convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Venezuela: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/VENEZUELA_1990-Testo_G.U._ita_fr.pdf. L’impossibilità materiale di rientrare nel Paese di origine (per es. causa Covid) può essere decisiva nello stabilire la residenza fiscale. Cordiali saluti.
Buongiorno,
Articolo veramente interessante, grazie per averlo condiviso!
Avrei una curiosita alla quale non riesco a dare risposta certa: ho residenza permanente (PR) in Canada , con relativa registrazione AIRE. Sto pianificando di riprendere residenza in Italia e vorrei capire se facendo cio rischio di perdere la residenza permanente in Canada o se le due possano coesistere.
Grazie per ogni informazione,
Cordialmente,
Nicola
Buonasera, è assolutamente possibile avere molteplici residenze anagrafiche, ma non sempre conviene, considerato che in molti Paesi la residenza anagrafica presuppone anche la residenza fiscale. Cordiali saluti.
Buongiorno, complimenti per il forum.
Sono un cittadino italiano e sono un ministro religioso. Per anni ho svolto la mia missione in Italia, per la quale ricevevo un modesto sussidio (rimborso spese) non soggetto a tassazione.
Inoltre sono proprietario con mia moglie di 2 appartamenti, in uno dei quali abbiamo residenza anagrafica, mentre l’altro viene usato a volte per le vacanze e affittato con affitti brevi turistici.
Da un paio d’anni sono stato invitato a svolgere la mia missione in Francia.
Qui ricevo lo stesso sussidio dall’associazione religiosa francese, tuttavia qui viene considerato imponibile, e quindi va dichiarato.
Essendo la quantità modesta, non sono soggetto a pagare altro, dato che l’associazione paga come dovuto tutti gli oneri della “securitè sociale”.
Ora io faccio questo:
In Italia ho tenuto la residenza anagrafica, e pago l’IMU sulla seconda casa e le tasse dovute sugli affitti brevi. Un CAF mi ha indicato che essendo il sussidio che ricevo in Francia NON imponibile in Italia, anche se in Francia è imponibile non sono tenuto a dichiararlo in Italia.
Inoltre da quanto ho capito non sono tenuto a dichiarare in Italia di possedere un conto corrente in Francia perché l’importo è sempre sotto i 5000 euro.
In Francia dichiaro il sussidio, i conti correnti che possiedo in Italia, e l’importo degli affitti ricevuti in Italia, e per la convenzione avevo compreso che non sarebbero stati tassati qui.
Invece ora mi è stata chiesta un imposta notevole (che sto contestando perché la doppia imposizione non dovrebbe esserci, per 5000 euro di affitti ho già pagato 750 euro in Italia, più 450 di IMU, ed ora qui me ne chiedono altri 870).
Inoltre il mio conto corrente aperto in Francia mi sta comunicando che se pago le tasse in Italia devo dimostrare la mia situazione fiscale in Italia, altrimenti potrei essere segnalato alle Finanze francesi come individuo con doppia residenza fiscale.
Quindi mi chiedono un giustificativo della mia dichiarazione delle tasse in Italia.
Mi chiedo se tengo la residenza anagrafica in Italia (e vorrei farlo dato che potrei dover tornare in Italia in qualsiasi momento per assistere i miei genitori anziani), se potrebbe esserci qualche problema, oppure se vedete delle criticità nella mia posizione.
Vi ringrazio anticipatamente
Buongiorno,
la residenza fiscale (contrariamente alla residenza anagrafica) è unica – appunto per evitare la doppia imposizione – e viene definita secondo la Convenzione per evitare le doppie imposizioni, sottoscritta tra i due Stati.
Secondo l’art. 4 2° comma, lett. a) della Convenzione “detta persona è considerata residente dello Stato nel quale ha un’abitazione permanente; se essa dispone di un’abitazione permanente in entrambi gli Stati, è considerata residente dello Stato nel quale le sue relazioni personali ed economiche sono più strette (centro degli interessi vitali)”.
Sulla base delle informazioni da Lei fornite (che potrebbero però non essere sufficienti), Lei risulterebbe residente fiscalmente in Francia (e come detto, a prescindere della Sua residenza anagrafica).
Inoltre, secondo l’art. 6 “I redditi derivanti da beni immobili, compresi i redditi delle attività agricole o forestali, sono imponibili nello Stato in cui detti beni sono situati”.
Considerato che non è prevista una esclusiva tassazione in Italia, il testo non indica “solo nello Stato in cui detti veni sono situati” anche la Francia ha diritto di richiedere il versamento delle relative imposte, ma Lei ha diritto ad un credito d’imposto già pagata in Italia.
Per tale ragione la Francia ha diritto di richiedere solo la differenza (se risulta una differenza positiva) tra l’imposta da pagare in Francia e quella già pagata in Italia.
Cordiali saluti.
Sono una cittadina Tedesca e ho comprato appartamento in Italia, che vorrei affitare fino alla mia pensione. Ho la residenza in Germania e nessuna residenza in Italia. Dove devo pagare le tasse per affito appartamento in Italia?
Buongiorno, secondo l’art. 6 della Convenzione detti redditi devono essere tassati in Italia. Non è però escluso che la Germania intenda tassarli anche in Germania. In quel caso avrò un credito d’imposto pari all’importo pagato in Germania. Cordiali saluti.
Salve Avvocato Margherita Kòsa, volevo chiederle io lavoro in germania da 2 anni, e ho fatto la dichiarazione dei redditi allo stato tedesco, ho residenza qui in germania e in italia, ma qui in germania non sono iscritto al AIRE per il momento.. ho una casa popolare in italia che voglio riscattare peena posso, vorrei sapere se devo pagare comunque le tasse in italia, io pago tari e tutte le tasse sulla casa comunale in italia, dovrei pagare altre tasse?? Un ltra cosa non essendo iscritto al AIRE cè il rischio che possano prendere la casa popolare? ,grazie dottoressa.
Buonasera Luca,
in Italia deve pagare solo le imposte relative al Suo immobile.
Se Lei si iscrive all’AIRE rischia di decadere dal diritto all’alloggio popolare.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
da fine 2015 ho sempre vissuto e lavorato in Francia, mi sono iscritto all’AIRE solo nel 2017 e ho sempre pagato le tasse in Francia per il lavoro svolto in Francia e in Italia per i redditi provenienti dall’affitto del mio vecchio appartamento.
Oggi ho ricevuto la richiesta da parte dell’agenzia delle entrate di pagare l’ IRPEF relativa all’anno 2016 sui redditi francesi. Nel 2016 ho vissuto e lavorato tutto l’anno in Francia con la mia famiglia, compilando la dichiarazione dei redditi francese ho la residenza fiscale in Francia, è giusto quello che mi chiede l’Agenzia delle Entrate?
Grazie per il suo aiuto
Andrea
Buongiorno,
in seguito ad un controllo dell’Agenzia delle Entrate ho bisogno di un’aiuto da parte vostra.
Dal novembre 2015 vivo in Francia con un regolare lavoro, mi sono trasferito con mia moglie e mio figlio ma ho fatto l’iscrizione all’Aire solo nel 2017.
Nel 2016 ho quindi lavorato tutto l’anno in Francia, ho dichiarato i miei redditi da lavoro dipendente in Francia e i miei redditi dovuti all’affitto del mio appartamento in Italia e ho ricevuto un premio in Italia dalla società per la quale ho lavorato nel 2015 di 2.000 € che ho dimenticato di dichiarare sia in Italia che in Francia.
Nel mese di novembre l’Agenzia delle Entrate mi ha inviato un invito a comparire per accertamento di imposta dell’anno 2016.
Non avendo fatto l’iscrizione all’Aire nel 2016, l’Agenzia delle entrate chiede che tutti i redditi percepiti in Francia siano dichiarati in Italia e mi chiedono quindi di pagare le imposte sui suddetti redditi.
Avendo fatto la dichiarazione dei redditi in Francia ho una residenza fiscale in Franca, in questo caso dovrebbero valere gli accordi bilaterali tra Italia-Francia in seguito ai quali dovrei dichiarare i redditi solo in Francia?
In attesa di una vostra risposta.
Distinti Saluti.
Buongiorno,
come da Lei correttamente rilevato il conflitto di residenza fiscale viene risolto dalla Convenzione contro la doppia imposizione, secondo cui Lei in relazione all’anno 2016 risulta residente fiscalmente in Francia.
Per tale ragione in base alla natura dei redditi ed in base alle previsioni della citata Convenzione devono essere stabiliti i Suoi obblighi fiscali.
Al fine di poterLe dare una risposta concreta avrei necessità di avere l’atto ricevuto dall’Agenzia delle entrate.
Cordiali saluti.
Buonasera,
ho avuto modo di leggere l’invito a contraddittorio che mi ha inoltrato.
Le consiglio di prendere contatti con l’A. F., anche mediante altro legale, al fine di documentare che la Sua residenza fiscale nel 2016 era già in Francia (come prevista dalla Convenzione).
Vedo che nel 2021 ha già ricevuto altro invito e sarebbe importante sapere cosa Le è stato richiesto mediante il precedente invito.
Se non aderisce al presente invito l’Agenzia le farà un accertamento fiscale per oltre 18.000,00 euro.
Ovviamente detto accertamento sarà impugnabile, ma se Le è stato chiesto di produrre della specifica documentazione e Lei non l’ha fatto, non potrà poi produrla la prima volta in giudizio.
Cordiali saluti.
Buonasera dott.ssa Kosa,
ho avuto modo di visualizzare suoi diversi articoli nel suo sito internet e le vorrei fare i complimenti per la chiarezza nelle spiegazioni e nelle trattazioni di temi anche non semplici.
Gentilmente le vorrei sottoporre la mia situazione.
A fine Gennaio 2022 partirò per lavoro per gli USA; la mia azienda italiana mi ha proposto un contratto di distaccamento della durata di 11 mesi (Febbraio – Dicembre 2022) presso la filiale americana situata nei pressi di Atlanta, in Georgia. Sono in possesso di visto L1, mentre mia moglie e mia figlia hanno il visto L2 (loro si sposteranno per un periodo inferiore, di circa 5/6 mesi).
Dal punto di vista di residenza fiscale, per il fisco USA io sarò fiscalmente residente in USA, dato che vi soggiornerò per un periodo > 183 giorni; di conseguenza, dovrò dichiarare il mio reddito in USA.
Dal punto di vista italiano, essendo iscritto all’anagrafe della popolazione residente, credo di essere considerato fiscalmente residente anche in Italia. Vedo online che l’iscrizione ad AIRE (e la conseguente dis-iscrizione dall’anagrafe della popolazione residente Italiana) non è obbligatoria per persone che intendano soggiornare all’estero per un periodo inferiore ai 12 mesi.
Questo credo generi un problema di doppia residenza fiscale, è corretto?
Come sarà possibile, di conseguenza, evitare la doppia imposizione fiscale?
Aggiungo che in Italia non sono titolare di immobili (ho un appartamento in affitto, che continuerò a pagare malgrado io sia in USA, visto che il distacco è abbastanza breve e che l’immobile mi servirà al rientro), e che in USA l’azienda americana mi metterà a disposizione un appartamento.
L’eventuale iscrizione ad AIRE è sufficiente per evitare la problematica?
La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
Buongiorno,
considerato che entrambi i Paesi La considerano residente fiscalmente nel loro Paese, al fine di chiarire la Sua posizione ed i Suoi obblighi fiscali si applica la Convenzione contro la doppia imposizione: https://conschicago.esteri.it/resource/2015/04/33122_f_cons97ConvenzionebilateraleimposizioneUSAITA.pdf.
Secondo detta Convenzione:
“2. Quando, in base alle disposizioni del paragrafo 1, una persona fisica è considerata residente di entrambi gli Stati contraenti, la sua situazione è determinata nel seguente modo:
a) detta persona è considerata residente dello Stato nel quale ha una abitazione permanente; quando essa dispone di una abitazione permanente in entrambi gli Stati, è considerata residente dello Stato nel quale le sue relazioni personali ed economiche sono più strette (centro degli interessi vitali);
b) se non si può determinare lo Stato nel quale detta persona ha il centro dei suoi interessi vitali, o se la medesima non ha una abitazione permanente in alcuno degli Stati, essa è considerata residente dello Stato in cui soggiorna abitualmente”.
E quindi Lei per il 2022 risulterebbe residente fiscalmente negli USA e ciò a prescindere dalla Sua residenza anagrafica in Italia e/o iscrizione all’AIRE.
Ovviamente Lei deve essere in grado di dimostrare le sopraindicate circostanze ed in quel caso non dovrebbe avere oneri e problemi con l’A. F. italiana.
Cordiali saluti.
Sono residente con moglie e figlia in Francia da 2 anni e da Maggio 2022, verrò assunto in Italia.
La figlia di 17 anni rimarra’ in Francia per terminare gli studi e di conseguenza vogliamo tenere un casa in affitto fino a Maggio del 2023.
Io e mia moglie (al momento disoccupata) “pendoleremo” fra Italia e Francia (io per lavoro in realta’anche in altri paesi EU).
Ci cancelleremo da Maggio 2022 tutti dall’AIRE .
Mi chiedevo se possiamo essere considerati residenti in Italia, dove le mie tasse saranno trattenute alla fonte dal datore,
oppure se mantenendo questa casa in affitto in Francia e rimanendoci per alcuni mesi all’anno in Francia,
anche la Francia vorra’ tassarci.
Ma visto che sarebbe doppia imposizione, in quale stato saro’ tassato?
Grazie e cordiali saluti.
Buonasera,
sulla base delle informazione da Lei fornite, per l’anno 2022 Lei risulterà residente fiscalmente in Italia per l’Italia.
È ciò significa che il Suo reddito da lavoro subordinato verrà tassato in Italia mediante il sostituto d’imposta datore di lavoro.
È però possibile che a seguito della Sua residenza anagrafica in Francia anche la Francia richieda il versamento delle relative imposte (o meglio della differenza se vi è).
In quel caso si applica la Convenzione contro la doppia imposizione firmata tra i due Stati.
Cordiali saluti.
Buonasera,
Vorrei sottoporvi la mia questione. Sono un cittadino albanese che 10 anni fa ho preso la cittadinanza italiana. Vorrei vendere le mie proprieta pre-cittadinanza italiana che possiedo nel paese di origine.
Dovro a pagare delle tasse in albania ma la somma che ricevo e che voglio portare sul mio conto corrente saranno sottoposte ad imposte???
Buonasera, secondo l’art. 67 comma 1 lettera b) del TUIR:
“… le plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti da non più di 5 cinque anni, esclusi quelli acquisiti per successione…”.
La somma ottenuta dalla vendita di un immobile acquisito per successione, anche ove avvenga prima dei 5 anni, non determina plusvalenza tassabile.
Cordiali saluti.
Angelo P.
Buongiorno Dott.ssa Kosa.
Mi dispiace, ma mi dilungo, per fornirle quante più informazioni possibili.
Vorrei chiederLe un consiglio in riferimento alla raccomandata inviatami dalla
banca. L’oggetto della stessa è;
Obbligo di adeguata verifica in materia fiscale derivante dalle normative
internazionali (FATCA) finalizzata a contrastare l’evasione fiscale internazionale.
Sono nato negli USA nel 1962, non ho il Social Security Number(SSN), sono in
possesso della doppia cittadinanza e passaporto USA, rilasciato dall’Ambasciata
in Italia e nel modulo di richiesta alla voce, inserire il Social Security Number,
c’era la nota, se sprovvisti, inserire una serie di zeri.
Nel 1967 i miei genitori dopo,circa, 10 anni, rientrano definitivamente in Italia,
senza avere più contatti con gli USA,dove non abbiamo proprietà,società,redditi,ecc.
In Italia. Iscritto all’anagrafe, frequentato scuole,lavoro dall’età di 16 anni,
ho una mia famiglia, una casa-domicilio-residenza.
L’istituto finanziario, mi ha convocato nel 2018 nel 2020 e gennaio 2022 per
l’autocertificazione, come clientela persone fisiche.
NON sono emersi elementi che possano portare all’identificazione di un soggetto
come cittadino americano con residenza fiscale estera.
Però la banca ha considerato il mio conto come “conto statunitense oggetto di
comunicazione” e adesso si giustificano dicendo che non sono loro a chiedere
il Social Security Number ma l’Agenzia delle Entrate Italiana e l’Internal
Revenue Service (IRE).
Al mio insistere per fargli capire che hanno sbagliato… il funzionario della banca
ha suggerito che è molto difficile “cercare ragione” con la burocrazia e che devo
chiedere il rilascio del Social Security Number.
Ma se la normativa dice che, per i clienti NON residenti fiscalmente in Italia
“ l’Autocertificazione deve obbligatoriamente contenere il Social Security Number”,
mi sembra di assecondare qualcosa di sbagliato.
Nella raccomandata della banca troviamo frasi …
1. A titolo esemplificativo sono cittadini Americani, e quindi fiscalmente
residenti in USA, tutti i soggetti nati sul territorio Americano,
indipendentemente dal possesso di altra cittadinanza o residenza fiscale,
italiana o estera.( ma ??? si può avere una sola residenza fiscale)
2. … la invitiamo a compilare e sottoscrivere l’Autocertificazione di residenza
fiscale estera completa di codice fiscale estero.
(cioè dichiaro di essere fiscalmente residente all’estero ???).
DOMANDE – CHIARIMENTI – SOLUZIONI
Cosa posso fare per evitare di chiedere il Social Security Number e bloccare
le autocertificazioni.
PS. Vogliamo avere due conti correnti, in banche diverse, due carte credito ,
due bancomat, a causa del blocco conto durante le vacanze all’estero,ecc.
Per cui non posso chiudere il conto corrente trasferendo tutto nel conto
corrente intestato a mia moglie in un’altra banca.
1- Nuovo conto in una nuova banca, ma prima chiedo informazioni su come
procedono con la normativa FATCA, non vorrei avere gli stessi problemi.
Ma,forse, l’Agenzia delle Entrate e l’IRE hanno i miei dati e continueranno
a chiedere il SSN, anche in questo caso.
2- Divento “invisibile”, Intesto il mio conto corrente a mia moglie(avrà due conti)
ma continuo ad usarlo io.
3- Devo insistere con la banca … è un loro errore e provvedano a risolverlo.
4- Posso fare qualcosa con l’Agenzia delle Entrate Italiana … con mio codice
fiscale può verificare chi sono dove pago tasse ecc. che non ci può
essere la doppia imposizione, che ho residenza fiscale in Italia, che sono
iscritto all’anagrafe Italiane.
5- Ai fini FACTA,si parlava di “Conto preesistente” e di “Nuovo conto” ma???
non prevedeva controlli solo sui conti correnti “aperti” dopo questa data,
il mio conto è dell’anno 1990/95.
6- Arrendersi e chiedere il Social Security Number con cui l’IRE verificherà
che non ho residenza fiscale in USA e cesseranno le continue richieste di
autocertificazione.
La ringrazio fin da ora per tutto quello che potrà suggerirmi.
Cordiali saluti.
Angelo
Buonasera, abbiamo assolutamente necessità di avere copia della lettera della banca, al fine di meglio comprendere l’effettiva finalità delle richieste. In attesa di quanto sopra saluto cordialmente.
Buon pomeriggio.
Come da Vostra richiesta ho inviato copia della lettera
inviatami dalla banca, utilizzando l’email, sael.pe@alice.it
Grazie e buona serata.
Peluso Angelo
Gentile Avvocato,
Le vorrei porre un quesito relativo alla doppia residenza.
Sono titolare di un permesso C, nella Svizzera interna da più di 10 anni, ma lavoro in Italia anche se saltuariamente è il mio reddito è procurato dal lavoro in Italia Paese in cui pago regolarmente le tasse.
Mente in Svizzera non ho nessun reddito.
Ogni anno presento la dichiarazione dei redditi in entrambi i Paesi.
In Italia ci sarà l’importo relativo ai miei redditi, mentre in quella Svizzera l’importo equivale a zero in quanto non ho nessun reddito.
La domanda che le pongo è la seguente: “Da un punto di vista giuridico è possibile mantenere questa doppia residenza (Italia-Svizzera) o sono soggetto a sanzioni penali e/o amministrative?”
Oppure sono costretto a scegliere la residenza in uno dei due Paesi?
Tenga conto che da due anni sono in pensione con l’INPS.
Sono anche iscritto da qualche decennio a un albo professionale in Italia.
Ringraziandola, le porgo distinti saluti, e sono a disposizione perché qualsiasi informazione.
Buonasera,
secondo la Convenzione tra i due Paesi, Lei – nonostante la doppia residenza anagrafica – risulta residente fiscalmente in Italia (sulla base delle informazioni da Lei esposte).
E quindi i Suoi redditi (da lavoro autonomo e pensione) verranno tassate in Italia.
In Italia dovrà quindi presentare dichiarazione fiscale, in Svizzera non so se vi è tale obbligo sulla base del permesso C (si informi con fiscalisti svizzeri).
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Sarei interessato a richiedere un vostro parere in merito alla seguente situazione fiscale della mia famiglia:
– sono iscritto AIRE in quanto residente da circa due anni in Svizzera come lavoratore dipendente di un’azienda
– sono proprietario di un immobile a Milano
– sono sposato ma mia moglie è ancora residente a Milano dove lavora come dipendente di un’azienda, pur avendo lavorato in smart working dalla Svizzera per gran parte degli ultimi due anni
– a dicembre è nato in Italia il mio primo figlio che per il momento risulta essere residente a Milano
– pertanto mia moglie sarà in congedo di maternità per la maggior parte del 2022
Dal momento che intendo vivere in Svizzera con la mia famiglia nel 2022 (e continuare a risultare fiscalmente residente all’estero), vorrei capire se sia opportuno trasferire la residenza di mio figlio in Svizzera lasciando quella di mia moglie in Italia in quanto formalmente ancora impiegata a Milano (e in congedo di maternità).
Spero che il quadro sia chiaro ma preferirei fissare un rapido appuntamento telefonico per chiarire ulteriormente la situazione.
Grazie,
Francesco.
Sono Colombiana e ho vissuto in Itali per 4 anni 2 anni fa ho acquistato
un appartamento a Torino come prima casa ho spostato la residenza li. Dopo
di che mi sono trasferita nella Svizzera da Gennaio l’anno scorso perché mi
sono sposata e ho in affitto a Zurigo un appartamento, città in cui lavoro
da giugno l’anno scorso.
La residenza anagrafica a Torino non l’ho spostata ancora. E l’appartamento
è in affitto da aprile l’anno scorso.
Vorrei capire per il pagamento delle tasse dei rediti se ho bisogno di
pagare doppie tasse visto che pagherò in Svizzera le tasse per il mio
lavoro come dipendente e pagherò anche per quanto percepito di affitto
l’anno scorso.
Grazie mille e buona giornata,
Ginna.
Salve,
Sono cittadino estero extracomunitario. Sono iscritto in anagrafe residenti in Italia dal 2012 e ho permesso si soggiorno CE.
Fino a 2018 ho vissuto e pagato tasse in Italia come dipendente. Poi mi sono trasferito negli USA. Non posso iscriversi nell’AIRE perché non sono un cittadino italiano.
Pago le tasse negli USA dal reddito dal mio lavoro subordinato per datore di lavoro americano. Dal 2023 saro’ il residente fiscale americano. Recentemente ho comprato un immobiliare negli USA.
Pago le tasse in Italia da partita iva regime forfettario e come ho gia’ detto ho la residenza anagrafica in Italia. Ho in possesso del conto corrente italiano per la partita iva e anche personale. Fisicamente passo >300 giorni negli USA dove ho il centro dei miei interessi.
Secondo me io risulto residente fiscalmente negli USA e in Italia ma dalla convenzione contro le doppie impostazioni io sarei residente negli USA, anche se ho un piccolo reddito da professionista in regime forfettario in Italia. Mi puo’ dire gentilmente se mi sbaglio o no?
Poi, devo dichiarare il mio immobile comprato in Italia o no?
Non ho mai ricevuto nessun accertamento dal fisco italiano.
Grazie,
Mario
Salve,
confrontando la Convenzione sulle doppie imposizioni ci sembra di capire che lei non ha una stabile organizzazione in Italia, per cui riterrei di chiedere anche al Fisco Americano la sua posizione.
Quanto invece all’immobile in Italia le relative tasse si pagano in Italia.
Avv. Di Domenico
Ho doppia nazionalità italiana e israeliana e da 10 anni vivo, lavoro e pago le tasse in israele. Non sono iscritta all’aire (non lo sapevo) e ho doppia residenza. Non ho mai lavorato in Italia, ne posseggo niente in Italia. Vorrei adesso iscrivermi all’aire. Ma dovendo dichiarare da quanti anni mi sono trasferita, temo delle conseguenze a fini fiscali. È sufficiente avere nazionalità Israeliana, residenza (anche) in israele, centro di vita in israele per non dover dichiarare i miei redditi e pagare le tasse in Italia?
Buongiorno, non vi sono conseguenze fiscali se si iscrivere all’aire, provando l’effettivo trasferimento in Israele, con apposita documentazione.
Ad esempio, tasse pagate, iscrizioni a scuola di figlie, bollette etc etc
Saluti
Avv. Di Domenico
Buonasera Avvocato,sono cittadino italiano,50enne,residente a Napoli, sposato e con separazione di beni, la casa di Napoli dove facciamo residenza e domicilio, è intestata a mia moglie con anche il mutuo.Adesso ho comprato una casa a Benevento e la intesto io, quindi sarebbe prima casa per me! Ovviamente comprando casa devo dichiarare al comune se ho la residenza e/o domicilio,come faccio per non incorrere in multe sanzioni e/o doppia tassazione Napoli/Benevento?
Buongiorno, per avere le agevolazioni prima casa è possibile farlo, ma attenzione che il trasferimento della residenza alla nuova casa sia effettivo perchè ci sono conseguenze dal punto di vista fiscale e penale.
Saluti
Avv. Di Domenico
Sono un italiano che vive in
Thailandia attraverso un visa
chiamato “Thai retirement visa”
annuale e rinnovabile di anno in
anno, sono iscritto all’aire, non ho
nessun legame di reddito con
l’Italia, questo schema in
Tailandia non prevede nessun tipo
di dichiarazione redditi, per chi
dovrei pagare le tasse?
Buongiorno,
se Lei risulta iscritto all’Aire, vive e lavora in Thailandia e non ha redditi provenienti dall’Italia verso lo Stato italiano non dovrebbe avere alcun obbligo fiscale.
Cordiali saluti.
Salve Avvocato.
Ho la doppia cittadinanza (con doppio passaporto) Italia-Francia. Sin dalla nascita mi divido tra i due paesi. Attualmente sono viticoltore in Francia, ma ho degli investimenti finanziari (azioni) in Italia. Come devo comportarmi? I redditi finanziari dichiararli in Italia e i redditi da vigna in Francia? La Francia può reclamare tasse sulle mie rendite finanziarie italiane? Grazie in anticipo per la sua risposta.
Buongiorno,
per darLe una risposta precisa è importante prima di tutto stabilire – tra i due Stati – dove è la Sua residenza fiscale.
Per stabilire ciò è importante conoscere meglio i Suoi legami con i due Stati e comprendere dove si trova il centro dei Suoi interessi vitali.
Cordiali saluti.
Buonasera Avocato. Ho la doppia cittadinanza Italo Polacca (in Polonia erediterò due appartamenti e sono proprietaria di un monolocale e ho un conto bancario cointestato ma i guadagni e risparmi sono di mia mamma). Sona da 8 anni disoccupata a carico del marito in Italia e per pochi guadagni che ho in polonia pago le tasse li. Ho il problema con la compilazione del ISEE visto che i miei figli presto andranno al università e mia mamma purtroppo sta per morire. Dovrò dichiarare il conto bancario di mia mamma e il mio monolocale per il momento occupato da mia mamma? e in futuro se erediterò tutto (sono figlia unica) dovrò dichiarare tutto il patrimonio? Se scelgo la residenza fiscale in Polonia comporterebbe questo qualcosa a fini di Isee. Grazie?
Buonasera, quando Lei diventerà proprietaria degli appartamenti e del conto corrente in Polonia dovrà dichiarare sia gli appartamenti che il conto corrente (se l’importo depositato supera gli € 5.000,00) in Italia e dovrà essere inserito nell’ISEE. Cordiali saluti.
Sono cittadina italiana.
Mi sono trasferita in Portogallo nell’Agosto del 2021, sono iscritta A.I.R.E. dal 6/9/2021 e ho acquisito lo stato di residente non abituale in Portogallo sempre nel 2021.
La richiesta di detassazione all’INPS avrà i suoi effetti a partire da Gennaio 2022 (al momento non ho ancora ricevuto né pensione lorda, né rimborso)
In presenza di doppia residenza per il 2021 vorrei sapere se posso richiedere all’Agenzia delle Entrate il rimborso delle tasse 2021 o anche delle sole tasse pagate in Portogallo (imposizione del 10%) facendo riferimento alla Convenzione in vigore tra i due stati e all’articolo 4 dell’OCSE.
Desidererei inoltre sapere:
-nella dichiarazione dei redditi 2022 in Italia devo lasciare la residenza italiana o devo già inserire quella portoghese -a partire dal 2023 dovrò comunque presentare la dichiarazione dei redditi, anche se non ho redditi imponibili in Italia?
-le addizionali IRPEF regionali e comunali devono venire pagate in Italia?
Grazie.
Buonasera, Lei per il 2021 dovrebbe risultare residente fiscalmente in Italia e quindi i cambiamenti riguardano solo il 2022. Per il 2021 doveva quindi pagare imposte in Italia e se le ha pagate in Portogallo dovrebbe avere diritto al rimborso. Cordiali saluti.
Buongiorno,
Ho lasciato l’Italia da 7 anni e avendo viaggiato di continuo non mi sono mai potuto iscrivermi all’AIRE o essere residente in nessun altro paese.
Dal 2015 al 2018 ho vissuto, lavorato e pagato le tasse in Australia e Nuova Zelanda.
A fine 2018 ho investito i miei risparmi in oro in Singapore e ho continuato a viaggiare sensa sosta per tutta l’Asia.
In Italia non ho assolutamente piu nulla e non sono mai ritornato di persona dal 2015, inoltre me ne sono andato molto giovane e non ho mai avuto la partita iva o pagato nessuna tassa di lavoro.
Al mio rientro in Europa sono andato a lavorare in Olanda a Maggio 2019 e in Ottobre 2019 ho spostato i soldi su un conto europeo. Ho lavorato gran parte dell’anno fiscale 2019/2020 in Olanda.
Continuo a tutt’oggi a non avere nessun domicilio fisso in nessun Paese e solo recentemente ho scoperto che non sono mai stato cancellato dal registro residenti in Italia.
Devo pagare le tasse sulla plusvalenza dell’oro e se si in quale paese?
Buonasera, Lei non può essere considerato residente fiscalmente in Italia, oltre la residenza anagrafica, Lei non risulta avere alcun legame con Italia. Per tale ragione non ha alcun obbligo fiscale in Italia. Cordiali saluti.
Sono una cittadina con doppia cittadinanza Italiana e Albanese e con doppia residenza in Italia e in Albania. Albanese di nascita e italiana acquisita da matrimonio. Lavoro e vivo ormai da un po’ in Albania sono assunta a tempo pieno, e ho proprietà immobili in Albania dove pago le tasse per questi provenienti. Ho anche una casa in Italia: dove per questa pago le tasse come seconda casa perché la residenza in Italia c’è lo dai miei genitori. Devo pagare tasse per i miei provenienti in Italia ? ultima cosa io soggiorno quasi tutto l’anno in Albania vengo delle volte in Italia perché ho li la mia famiglia e per lavoro ma mai più di 30 giorni durante tutto all’anno.
Buonasera, Lei risulterebbe fiscalmente residente in Albania e quindi i suoi redditi (se non relativi all’immobile in Italia) devono essere tassati in Albania. Cordiali saluti.
Buongiorno,
Sono un cittadino italiano che ha un contattratto di lavoro dipendente in Italia ma sto valutando di trasferirmi in Svezia. Non conoscendo la lingua l’idea iniziale sarebbe quella di continuare a lavorare da remoto per l’azienda italiana per cui lavoro e vivere (iscrivendomi regolarmente all’AIRE) in Svezia per qualche anno.
Tornerei in Italia giusto per le ferie.
In questo caso dovrei pagare le tasse in Italia o in Svezia?
Grazie.
Buongiorno,
le regole variano in base alla tipologia di reddito previste dalla Convenzione tra Italia e Svezia: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/SVEZIA_1980-Testo_G.U._ita_fr.pdf
Per esempio, i redditi da lavoro subordinato, come previsto dall’art. 15 della citata Convenzione, saranno tassati nello Stato di residenza, a meno che tale attività non venga svolta nell’altro Stato. Nel Suo caso Lei dovrebbe essere residente in Svezia e lavorare in Svezia e quindi il Suo reddito da lavoro subordinato dovrebbe essere tassato in Svezia. Cordiali saluti.
Buongiorno, sono cittadina Italiana, non iscritta all’AIRE, e avrei bisogno di una consulenza su doppie imposizioni tra Italia e Regno Unito.
In breve:
Da Dicemebre 2020 a Dicembre 2021 ho lavorato in Inghilterra con un contratto dipendente presso l’Universita’ di Cambridge (assistente di ricerca). Durante l’intero periodo ho risieduto in Inghilterra (affitto ed utenze a mio nome). Possiedo un NI number e sono iscritta al sistema pensionistico inglese USS. Questi ultimi sono entrambi stati pagati direttamente dal mio datore di lavoro (trattenuti dallo stupendio). Cosi’ come le tasse sul mio stipendio che ho gia’ pagato all’agenzia delle entrate inglese (HMRC). Ho un conto in banca inglese sotto i 15000 euro, quindi se non sbaglio, non da dichiarare in Italia.
Attualmente mi trovo in Italia (in attesa di iniziare un nuovo lavoro a ll’estero, disoccupata ma senza ricevere disoccupazione o reddito di cittadinanza) e non mi e’ chiaro se devo fare la dichiarazione dei redditi e pagare tasse sul mio stipendio inglese oppure no.
Ho ricevuto dall’HMRC una “letter of confirmation of residence” (in allegato), la quale attesta che, al meglio della loro conoscenza, ho residenza fiscale in UK. Tuttavia, lo stesso documento dice:
“You can use this to meet requirements or support claims under the domestic law of the foreign state or EU law. However, this cannot be used to claims under a double taxation agreement.”
Non mi e’ percio’ chiaro se devo dichiarare il mio reddito inglese in Italia e soprattutto se devo pagare le tasse (la differenza tra quelle italiane e quelle che ho gia’ pagato in UK) anche in Italia.
Il problema principale e’ che non riesco a capire se l’Italia mi riconosce residente fiscale in UK, o se inve essendo registata all’anagrafe Italiana, sono ancora residente in Italia.
Potreste aiutarmi? Grazie!
Buonasera,
Secondo l’Art. 20 – Insegnanti della Convenzione tra Italia e Inghilterra contro la doppia imposizione:
“1. Una persona fisica che soggiorna in uno degli Stati contraenti per un periodo non superiore a due anni allo scopo di insegnare o di effettuare ricerche presso una università, collegio o altro analogo
istituto di istruzione riconosciuto di detto Stato contraente e che è, o era immediatamente prima di tale soggiorno, un residente dell’altro Stato contraente, è esente da imposizione nel detto primo Stato contraente per le remunerazioni che riceve in dipendenza di tali attività di insegnamento o di ricerca per un periodo che non superi due anni dalla data in cui egli abbia soggiornato per la prima volta in detto Stato per tali scopi”.
https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/REGNO_UNITO_1988-Testo_G.U._ita.pdf
Secondo quanto da Lei esposto i Suoi redditi dovrebbero essere esenti da imposizione in UK e quindi da tassare in Italia.
Cordiali saluti.
Doppia residenza:secondo le tie break rules se la residenza fiscale è all’estero, significa che le tasse vanno dichiarate e pagate solo all’estero o bisogna comunque dichiarare i redditi e pagare la differenza delle tasse (se c’è) tra i due paesi?
Buonasera, significa che secondo il principio di worldwide taxation tutti i residenti in un dato Paese devono dichiarare i redditi e pagare le tasse su tutte le fonti di reddito, sia quelle che hanno origine nel territorio dello Stato che quelle originate fuori dal territorio dello Stato. Salvo alcune eccezioni previste dalle relative Convenzioni. Cordiali saluti.
Buongiorno.
Mia figlia si è trasferita a Singapore nel settembre 2021 ed ha iniziato a lavorare in qualità di dipendente.
Rimarrà a Singapore per 4/5 anni.
Il commercialista ha preparato la DR per il 2021 con i redditi italiani (lav dipendente) e di Singapore (lav dipend), calcolato le imposte su tali redditi e dedotto le imposte pagate a Singapore.
E’ corretto?
Grazie
Franco Pomez
Buonasera, è corretto, in quanto per l’anno 2021 Sua figlia risulta residente fiscalmente ancora in Italia. Cordiali saluti.
Gentilissima,
sono un cittadino italiano e ho la residenza fiscale in Italia dove gestisco una ditta individuale.
Dall’anno scorso possiedo anche un lavoro da dipendente al 40% di ore in Norvegia per il quale ho dovuto iscrivermi all’ufficio delle tasse norvegese.
Il numero fiscale norvegese ottenuto è un numero provvisorio poiché non ho la residenza lì.
E’ possibile richiedere la residenza in Norvegia mantenendo allo stesso tempo quella italiana come residenza fiscale? ci può essere un conflitto tra le due residenze?
Buonasera, non ho ben compreso dal Suo racconto se risiede di fatto in Italia o in Norvegia, quanto tempo passa nei citati Stati nell’arco dell’anno solare. Sarebbe importante, al fine di stabilire la Sua residenza fiscale che, in ogni caso, prescinda dalla Sua residenza anagrafica. Cordiali saluti.
Gentilissima,
grazie per il Suo riscontro immediato. Risiedo maggior parte dell’anno in Italia dove gestisco una ditta sebbene abbia il contratto di lavoro subordinato al 40% del tempo pieno in Norvegia. Per il tipo di lavoro che faccio è fattibile ogni tanto lavorare anche a distanza. Vorrei capire se è possibile avere due residenze, di cui quella fiscale in Italia. Così facendo potrei richiedere il codice fiscale permanente in Norvegia per avere l’applicazione Bank ID che è indispensabile per accedere ai vari servizi.
Buonasera, Lei può avere molteplici residenze anagrafiche, sia in Italia che in Norvegia.
La residenza fiscale invece viene determinata sulla base dell’art. 4 della Convenzione tra i due Stati.
Sulla base delle informazioni da Lei fornite la Sua residenza fiscale dovrà risultare in Italia.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Ho recentemente letto un suo articolo riguardo a residenza fiscale e anagrafica all’estero e ho avuto fin da subito l’impressione di avere a che fare con una persona molto competente in materia. Le vorrei, dunque, porre un paio domande, sperando che ciò non le rechi disturbo.
Sono uno studente italiano e a settembre inizierò il mio percorso universitario nei Paesi Bassi (laurea triennale). Dato che spenderò la quasi totalità del mio tempo nel suddetto paese e che prevedo di trasferirmi per un periodo di tempo superiore a un anno mi conviene iscrivermi ad AIRE e sospendere la mia residenza in Italia, giusto? È consigliato o obbligatorio? Se ho capito bene, ciò mi consentirà anche di votare direttamente dallo stato straniero (per le elezioni che lo consentono) e di richiedere i miei documenti direttamente al consolato, risparmiandomi quindi dei viaggi non necessari.
Tuttavia, cosa succederebbe se durante l’estate rimanessi per 3 o 4 settimane senza affitto? In teoria è consentito lasciare lo stato olandese per un periodo inferiore ai 3 mesi senza perdere la residenza, però non so se posso dichiarare di non avere una casa (oppure crede che sia possibile dichiarare semplicemente l’indirizzo italiano dei miei genitori, indicando che è temporaneo?)
Se ciò fosse possibile, immagino che potrei spostare senza problemi anche la mia residenza fiscale nei Paesi Bassi (posso provare l’iscrizione all’università e non possiedo niente in Italia ad eccezione di un conto corrente), in modo da poter eventualmente lavorare là con una tassazione agevolata.
La ringrazio fin da subito,
Buona giornata.
Buonasera, secondo la Legge n. 470/1988, l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria per i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi, tuttavia non sono previste sanzioni nel caso in cui l’iscrizione all’AIRE non avviene. La residenza fiscale viene stabilita, a prescindere dalla residenza anagrafica, sulla base dei criteri previsti in Convenzione. Potrebbe essere opportuno per evitare contestazioni in relazione alla residenza fiscale. Cordiali saluti.
Buongiorno,
sono cittadina italiana e attualmente vivo (in affitto) e lavoro regolarmente in Grecia. Sono qui da circa 6 mesi e mi è stato richiesto di diventare residente fiscale. Ho però vari dubbi che non riesco a chiarire. Dal momento che la mia intenzione è di rimanere per al massimo 2 anni, non vorrei perdere la residenza in Italia e mi sembra di capire che ciò escluda l’iscrizione all’AIRE (in quanto comporterebbe la cancellazione dall’anagrafe del mio comune in Italia). Quindi cosa succede per quanto riguarda le tasse in questo caso? Inoltre la residenza fiscale in Grecia esclude in automatico la residenza in Italia o le due possono coesistere?
Grazie mille e cordiali saluti
Buonasera,
secondo il Suo racconto Lei per l’anno in corso risulterebbe già residente fiscalmente in Grecia.
Si tratta di una situazione di fatto e non formale quale la residenza anagrafica.
E quindi può benissimo conservare la Sua residenza anagrafica in Italia e considerarsi residente fiscalmente in Grecia.
In caso di contestazioni da parte del Fisco italiano dovrà dimostrare che Lei vive e lavora in Grecia.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
sono cittadina italiana e brasiliana, con doppia residenza in Italia e Brasile, ho P.IVA in Italia e un’azienda in Brasile e di solito rimango circa 6 mesi in ogni paese durante l’anno.
La legge brasiliana non tassa i dividendi. Quindi, in i miei dividendi brasiliani non vengono legalmente tassate lì.
Succede che, qui in Italia, pago puntualmente tutti i compensi per le attività qui svolte.
Tuttavia, qui in Italia, i dividendi dei soci sono tassati.
Vorrei sapere se devo pagare una tassa sui dividendi ricevuti dalla mia società brasiliana? (società creata in Brasile, sede legale e fiscale in Brasile, dipendenti, amministratori e partner brasiliani al 100%, e pagatore di tasse in conformità con la legge brasiliana).
Dal mio punto di vista, considerando la mia doppia residenza, doppia cittadinanza e lo stesso periodo in cui rimango in entrambi i paesi, non ha senso che l’Italia mi tassa per i dividendi brasiliani, tuttavia, vorrei confermare queste informazioni e verificare la procedura che dovrei seguire di notificare opportunamente allo Stato italiano l’esistenza di tali dividendi brasiliani e di non pagare le imposte sugli stessi, per i motivi sopra esposti.
Ossia di non pagare le tasse dei dividendi brasiliani legalmente – evitando la doppia impostazione.
Cordiali saluti,
Marina.
Buongiorno,
prima di tutto è necessario stabilire dove si trova la Sua residenza fiscale (che prescinde dalla residenza anagrafica, elemento formale).
La Sua residenza fiscale deve essere determinata sulla base dell’art. 4 della Convenzione tra Italia e Brasile: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/BRASILE_1978-Testo_G.U._ita.pdf
Una volta stabilita la Sua residenza fiscale, dovrà individuare, secondo l’art. 10 della Convenzione, lo Stato dove versare le imposte su dividendi.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
mia figlia ha trovato lavoro a tempo indeterminato in spagna dal 15 luglio.
su richiesta del datore di lavoro ha richiesto e ottenuto residenza temporanea.
La domanda è: quale è la prassi opportuna per regolarizzare la sua posizione di lavoratrice all’estero,
Inoltre preciso che ha un periodo di prova di sei mesi.
Grazie
Buonasera,
per l’anno in corso, Sua figlia molto probabilmente risulterà residente fiscalmente in Italia.
L’imposta sul reddito da lavoro subordinato è regolata dall’art. 15 della Convenzione contro la doppia imposizione: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/SPAGNA_1977-Testo_G.U._ita.pdf
Cordiali saluti.
Salve,
vorrei richiedere, se possibile, un chiarimento e delucidazione circa la mia peculiare situazione.
In breve, attualmente e continuamente per gli ultimi 13 anni, io ho riseduto e lavorato regolarmente in Gran Bretagna.
Inoltre, circa un anno fa ho oltretutto acquisito anche la cittadinanza inglese.
Purtroppo non ho mai effettuato nessuna iscrizione all’AIRE, quindi risulto regolarmente residente in entrambi i Paesi.
Vorrei pianificare un rientro permanente in Italia e possibilmente acquistare anche un immobile, pero vorrei dei chiarimenti circa gli eventuali rischi che potrei incontrare a livello di tassazione nel caso venga fatta una investigazione dal fisco italiano.
Grazie per l’attenzione.
Cordialmente.
Buongiorno,
per quanto riguarda gli anni passati Lei risulta fiscalmente residente in Gran Bretagna e non credo che Lei abbia difficoltà a dimostrarlo se fosse necessario.
Per l’anno di rientro dovrà essere fatta una più importante valutazione, tenuto conto anche dal tipo di reddito che avrà.
Cordiali saluti.
Gent.ssima Dott.ssa,
sono un cittadina non-EU con permesso di soggiorno italiano da lungo soggiornante. Sono rientrata in Italia dalla Germania a luglio di quest’anno per l’aggiornamento del permesso di soggiorno. Per altri motivi ho dovuto spostare la residenza in Italia dal 21 luglio 2022. A ottobre/novembre mi dovrei ritrasferire in Germania. Nel frattempo in italia ho aperto partita IVA e lavorerò come libero professionista questi 2-3 mesi. La domanda è dove andrà tassato il mio reddito del 2022? In Germania ho già un totale di circa 200 gg di residenza per il 2022 (considerando i 183/184 giorni). Inoltre probabilmente mi dovrò ritrasferire li, residenza compresa, per gli ultimi 2 mesi dell’anno. La commercialista in Italia dice che per la dichiarazione delle entrate in Italia devo fare il modulo unico dove devo dichiarare anche le entrate tedesche fornendo il CUD tedesco etc. Ma in realtà il reddito 2022 dovrebbe essere tassato in Germania.
Per la dichiarazione dei redditi in Italia basta il 730 o devo comunque fare con modello unico?
In attesa di un gentile riscontro,
Cordiali saluti.
Buonasera,
sulla base delle informazioni da Lei fornite Lei risulterà per l’anno 2022 residente fiscalmente in Germania.
Per tale ragione, i Suoi redditi da lavoro autonomo che svolge in Italia, secondo l’art. 14 della Convenzione tra Italia e Germania, disponendo di una base fissa in Italia, dovranno essere tassati in Italia: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/GERMANIA_1989-Testo_G.U._ita.pdf
Ma non anche i redditi relativi al periodo precedente e successivo o altri redditi.
Cordiali saluti.
Gentile Avvocata
La contatto per verificare la Sua eventuale disponibilità a fornirmi una consulenza relativa alla mia situazione fiscale e per conoscere le condizioni e i costi di tale servizio.
In estrema sintesi: sono un cittadino italiano residente all’estero (Arabia Saudita) da ormai tre anni e iscritto da subito all’AIRE. Tutta la mia attivita’ lavorativa ha luogo (realmente) in Arabia. Sono un ricercatore e al momento sono impiegato con la qualifica di Research Scientist presso la King Abdullah University of Science and Technology (KAUST).
Si tratta di un lavoro dipendente a tempo pieno che svolgo presso il campus della predetta Universita’. Risiedo stabilmente nel campus, 80 Km a nord di Jeddah, in un appartamento per il quale pago regolare affitto. Ho un conto bancario saudita e tutti gli aspetti previdenziali del mio lavoro sono pure basati in Arabia.
La mia famiglia tuttavia continua a risiedere in Italia (in una casa NON di proprietà). I costi quotidiani della vita della mia famiglia sono coperti dallo stipendio di mia moglie. Non vi sono mai stati trasferimenti di denaro dall’Arabia verso l’Italia. Sono cointestatrario di una vecchissima utlitaria (2001!), non ho utenze telefoniche. Ho ereditato tuttavia una seconda casa e sono cointestatario con mia moglie di un conto bancario USA che viene regolarmente dichiarato nel quadro RW. Sino ad ora non ho avuto alcun problema con il fisco ma vorrei discutere piu’ in dettaglio questa mia situzione un po’ “borderline”.
In particolare vorrei valutare come comportarmi in sede di dichiarazione dei redditi: cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.
In attesa di un Suo riscontro La saluto cordialmente.
Buongiorno, secondo le informazioni de Lei fornite, Lei dovrebbe risultare fiscalmente residente in Arabia Saudita, come previsto dalla Convenzione sulla doppia imposizione tra i due Paesi: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/ARABIA-SAUDITA_2007-Testo_G.U._ita_en.pdf
Per tale ragione, come previsto dagli artt. 15 e 20 della citata Convenzione, i suoi redditi da lavoro dipendente ricercatore devono essere tassati solo in Arabia Saudita.
Cordiali saluti.
Gentile Avvocato,
sono residente in Germania da oltre 10 anni (iscritto all’Aire) dove lavoro come
sviluppatore software per una societá tedesca. La mia famiglia, moglie e figli, sono
rientrati lo scorso luglio in Italia.
Non posseggo nessun bene in italia e non ho nessuna particolare attivitá se non visitare
la mia famiglia saltuarmente.
Questo mi rende automaticamente fiscalmente residente in italia?
Devo quindi il prox anno presentare una dichiarazione in Italia?
Grazie mille,
Saluti
Buongiorno, no, tutto dipende da dove risulterà la Sua residenza fiscale che non ha nulla a che vedere con l’scrizione all’AIRE. La residenza fiscale viene stabilita dall’art. 4 della Convenzione per evitare la doppia imposizione tra Italia e Germania: https://www.finanze.gov.it/export/sites/finanze/.galleries/Documenti/Varie/GERMANIA_1989-Testo_G.U._ita.pdf
Sulla base delle informazioni da Lei fornite Lei rimarrà sempre residente fiscalmente in Germania e quindi in relazione al Suo reddito percepito in Germania non ha alcun obbligo dichiarativo, fiscale nei confronti dello Stato italiano. Cordiali saluti.
Gentile Avvocato,
Sono una cittadina croata di 29 anni. Ho vissuto in Italia fino a Gennaio 2015, dopodiché mi sono trasferita in Germania.
Purtroppo mi sono stupidamente scordata di cancellarmi dall’anagrafe e la mia residenza é stata cancellata per irreperibilità a Settembre 2017.
Con gli accertamenti fiscali iniziati per residenti all estero vivo nel terrore che il fisco mi abbia mandato una cartella di accertamento per omessa dichiarazione dei redditi di cui io non sia a conoscenza, ma anche che il mio stipendio venga pignorato in Germania in questo caso.
Come mi consiglia di procedere?
Gent.le Dana,
prima di tutto sarebbe opportuno sapere che tipo di redditi ha percepito in questo periodo.
In ogni caso non sarei così preoccupata.
Se il fisco italiano dovesse avanzare pretese nei suoi confronti per il periodo precedente alla sua cancellazione dall’anagrafe nazionale, Lei avrà il modo di dimostrare che già dal 2015 si è trasferita in Germania.
Per togliersi ogni dubbio potrebbe chiedere accesso agli atti presso AdE e AdER e comprendere se hanno qualche pretesa nei suoi confronti.
Cordiali saluti.
Vorrei chiederle una consulenza da un punto di vista legale sulla doppia residenza. Io sono una freelancer music communication manager (social media/ giornalista) e mi sposto molto per lavoro.
Mi piace Berlino perché c’è una scena musicale molto attiva e sono molto spesso qui. Ogni volta però è molto stressante trovare un posto dove stare anche per pochi mesi. Sto valutando una seconda residenza in Germania per avere la possibilità di firmare un affitto a lungo termine. Non sarei in territorio tedesco per più di 6 mesi all’anno dati i diversi spostamenti ma vorrei sapere che tipo di tutela legale posso avere e che dati posso dimostrare allo stato tedesco nel momento in cui mi chiedano delle prove dell’effettiva permanenza nel territorio limitata a 6 mesi. Vorrei anche chiederle qual’è la procedura legale per ottenere la seconda residenza.
Buonasera, per ottenere la residenza anagrafica in Germania si deve informare presso le autorità tedesche.
Non vi sono limiti in relazione alla residenza anagrafica e quindi può averne quante ne vuole.
La residenza fiscale si fonda su questioni di fatto e non formali.
Dovrà quindi conservare prove – per utilizzare in caso di necessità – se desidera risultare residente fiscalmente in Italia, che è stato oltre 6 mesi in Italia ed il Suo centro d’interessi si trova in Italia.
Cordiali saluti.
Vorrei capire una cosa, sono cittadino italiano e risulto residente nel mio comune ma da diversi anni vivo e lavoro in Spagna (non mi sono iscritto all’AIRE)
Sono un lavoratore dipendente in Spagna e faccio regolare dichiarazione dei redditi.
In Italia invece possiedo una casa di proprietà e un c/c.
Cosa può chiedermi lo Stato italiano come imposte?
Sono ancora in tempo per iscrivermi all’AIRE o incorrerei in accertamenti?
Buongiorno,
sulla base delle informazioni da Lei fornite, Lei risulterebbe residente fiscalmente in Spagna.
Per tale ragione le imposte dovute in Itali sono quelle relative all’immobile e cc.
Cordiali saluti.
Buongiorno Avvocato,
sono italiano e sono iscritto all’AIRE da 17 anni.
Negli ultimi 7 anni risiedo e lavoro in India, dove pago regolarmente le tasse.
La mia famiglia (iscritta AIRE), ha sempre vissuto con me, ma dalla fine del 2021 si è trasferita in Italia per consentire ai miei figli (ormai alle superiori) di frequentare la scuola (visto che in India le scuole fino a febb 2022 hanno operato in ‘DAD’).
La mia famiglia vive in un appartamento in affitto, il cui contratto di locazione è intestato all’azienda per la quale lavoro. Le utenze sono intestate a mia moglie.
I miei figli vanno in una scuola privata internazionale. Da qualche mese mia moglie lavora in Italia con partita iva e paga le tasse regolarmente in Italia. Io invece ho continuato a pagare le tasse in India.
La presenza della mia famiglia in Italia, può comportare che anche io sia residente fiscalmente in Italia? Preciso che non possiedo proprietà immobiliari, nè ho investimenti in Italia e che sto sul territorio italiano meno di 180gg all’anno.
Grazie.
Buongiorno,
la presenza della Sua famiglia in Italia potrebbe comportare un conflitto di residenza che si risolve mediante l’applicazione della Convenzione tra Italia – India.
Cordiali saluti.
Buonasera, sono un italiano che vive e lavoro a Milton Keynes, Inghilterra, da Ottobre 2022, con un pre settlement status valido fino a Dicembre 2025 e che non potrò far diventare settled essendo stato oltre 2 anni fuori da Uk in precedenza (corretto? Ho altre possibilità a parte i visti?).
-Mi chiedevo se fosse possibile non iscrivermi all’AIRE pur se intendo rimanere qua almeno fino a fine 2025, data la mia data di ‘scadenza’, per non ‘fare e disfare’ fra 2 anni, continuando a fare la dichiarazione in Italia, compilando con redditi esteri e conto estero (come ho fatto quest’anno).
-Nel caso in cui sia tenuto ad iscrivermi, posso non chiudere il conto corrente italiano (non trasformarlo in conto residenti estero)? La vedo come una complicazione, dato il mio termine 2025 e la presenza di diverse forme di soldi fissati a medio/lungo termine. Il conto italiano comunque non lo tocco dallo scorso anno essendo autosufficiente con carta Revolut con iban GB e non intendo toccarlo per accrediti, trasferimenti o altro.
-A parte la perdita del medico e servizio ospedaliero e la dichiarazione (non avendo altri redditi, interessi o legami in Italia), quali altre implicazioni ha l’iscrizione Aire?
Avevo provato a chiedere nei comenti ad un articolo sull’Aire sul sito, ma poi ho pensato di scrivervi.
Grazie, cordiali saluti.
Buonasera,
in relazione alle procedure amministrative inglesi non siamo in grado di formirLe consulenza.
Per quanto riguarda l’iscrizione all’AIRE, se non risiede più effettivamente in Italia dovrebbe iscriversi entro un anno, ma non essendoci previste sanzioni diventa una facoltà.
Pur non essendo iscritto all’AIRE, Lei diventa residente fiscalmente in Inghilterra dal 2023 al 2025 e i redditi percepiti in Inghilterra dovrà dichiararli e tassarli solo in Inghilterra, salvo casi particolari.
Cordiali saluti.
Buonasera, in relazione alla risposta sull’AIRE Uk, leggo sempre che se non si è iscritti all’ AIRE non conta essere fuori dall’Italia da più di 6 mesi per non essere considerato residente fiscale e non dichiarare in Italia, ma voi mi avete scritto che invece è sufficiente.
Posso essere sicuro di ciò?
Cordialmente
Buongiorno,
Bravissimo forum!
Lavoriamo e viviamo nel Regno Unito e attualmente facciamo parte della registrazione all’anagrafe in Italia dopo aver acquistato un immobile lì.
Preferiamo mantenere il registro all’anagrafe, ma siamo preoccupati per le implicazioni fiscali.
In particolare dopo aver letto quanto segue:
“Fino allo scorso anno era sufficiente dimostrare all’ente accertatore che vi fossero stati elementi di fatto che certificavano la permanenza all’estero per più di 183 giorni.
Da gennaio del 2022, molto è cambiato. A sentenziarlo è la Corte di Cassazione con l’Ordinanza n.1355/2022.
…Il contribuente non-AIRE, si considera soggetto passivo d’imposta nel momento in cui, questi, risultano iscritti per la maggior parte dell’anno nell’anagrafe dei residenti in Italia.”
Nostra domanda: Se non siamo iscritti all’AIRE e dichiariamo il non residente fiscale (in dichiarazione dei redditi), ci saranno sanzioni tributarie?
La visione giudiziaria è cambiata nel 2022?
Grazie Mille!!
Buongiorno,
non è cambiato assolutamente niente, si applica la Convenzione, sia per stabilire la residenza fiscale che per indicare lo Stato dove pagare le imposte.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Abito in Olanda dal 2017 e per ignoranza non ho proceduto alla iscrizione aire.
e vorrei chiedere come procedere nel miglior modo considerando la seguente situazione
-residenza estera da Giugno 2017
-mancata iscrizione Aire
-reddito da dipendente presso azienda estera nel paese estero di residenza(Paesi Bassi)
-abitazione permanente nei Paesi Bassi
Leggendo su internet, leggo di potenziali accertamenti da parte della agenzia delle entrate con conseguente richiesta di saldo tasse in quanto ancora residente in italia. Da altra parte leggo di convenzioni contro le doppie imposizioni che stabiliscono la residenza fiscale nel paese dove si spende piu di 6 mesi l’anno e diventa l’unico paese dove le tasse da redditi dipendenti sono dovuti.
Vorrei avere un chiarimento e merito e come meglio poter procedere per evitare spiacevoli sorprese.
Buongiorno,
nel Suo caso, appunto perché non è iscritto all’AIRE si applica la Convenzione.
Cordiali saluti.
Posso fare la dichiariazione del reddito anche se vivente all’estero e iscritto nell’AIRE e non avendo qualche reddito di fonte italiana, soltanto al fine di furuta e eventuale prova di reddito?
Buongiorno Avvocato,
Attualmente sono residente in Italia e dipendente di società italiana. A settembre mi trasferirò in Germania con contratto lavorativo tedesco e conseguente residenza fiscale in Germania.
Immagino mi dovrò contestualmente iscrivere al registro AIRE e suddetta iscrizione mi cancellerà dal registro residenti in Italia.
Per varie ragioni sarò costretto a surrogare il mutuo attualmente acceso con altro istituto bancario (italiano).
Da alcune verifiche effettuate sembra non esista alcun istituto bancario italiano disposto a surrogare mutuo a residenti AIRE, richiedono tutti certificato di residenza italiana (strano visto che da ricerche su web non sembrano esserci vincoli).
Ma stante così la situazione, vengo alla domanda:
a) Iscrizione AIRE cancella in real time residenza Italiana?
b) Esiste un grace period in cui poter mantenere entrambe le residenze (e in questa finestra effettuare surroga con residenza italian)?
c) In alternativa quanto tempo potrò stare in germania senza cambiare residenza (mantenedno quella italiana)?
Grazie mille in anticipo per il suo aiuto
Saluti
Antonio
Buongiorno,
in teoria entro un anno dovrebbe iscriversi nell’AIRE ed in pratica può mantenere la doppia residenza anagrafica per sempre, considerato che non vi esistono relative sanzioni.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
le volevo sottoporre una questione.
Sono un medico con partita IVA che lavora esclusivamente come libero professionista in Italia.
Dal prossimo anno (2024) vorrei iniziare a lavorare in Francia.
Intendo però mantenere una parte della mia attività in Italia.
La Francia diventerebbe:
– La sede principale della mia attività
– La sede dove acquisirei la maggior parte del mio reddito
– il posto dove vivrei maggiormente
In Italia sarei:
– Residente per una minima parte dell’anno
– Svolgerei attività privata minoritaria
Domande:
– Devo aprire una partita iva francese?
– Come fare per avere una sola imposizione fiscale (preferirei quella francese)?
– E’ possibile pagare le tasse in Francia per il reddito prodotto in tale paese e in Italia per quelle prodotte sul suolo italiano?
La ringrazio e la saluto.
Egr. Dott.,
nel caso in cui l’attività si estende ad altro Paese dell’Unione Europea, è necessario aprire Partita IVA comunitaria o intracomunitaria.
Nell’Unione Europea vige il principio di libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi.
Con questo principio, quindi è garantita la mobilità di imprese e professionisti.
La residenza fiscale e tassazione in relazione all’attività svolta nei due Paesi viene stabilità dalla Convenzione tra Italia e Francia (art. 14).
Cordiali saluti.
Buonasera Dott.
sono cittadino AIRE, con passporto italiano e britannico, residente nel regno unito dal 1998.
Avendo comprato casa in Italia 2 mesi fa, posso riprendere la sola residenza fiscale e avvalermi delle agevolazioni fiscali quali bonus casa (per la ristrutturazione) e tassazione ridotta sul mio reddito (rientro dei cervelli 2023)?
O devo trascorrere almeno 183 giorni all’anno in Italia?
Buonasera,
è necessario acquisire la residenza fiscale in Italia ex art. 2 TUIR.
Cordiali saluti.
Salve vorrei un informazione. Ho un attività in Italia e vorrei aprire un altra in Grecia con una nuova partita iva quella Greca facendo il domicilio , però con lo stesso nome della partita iva Italiana in questo caso dovrei pagare le tasse pure in Italia e anche in Grecia? Cosa potrei fare altrimenti in caso ? O dovrei aprire la partita iva con un altro nome ? Grazie in anticipo .
Buonasera,
per quanto riguarda la legislazione italiana non vi sono impedimenti in relazione alla ragione sociale.
In relazione alle imposte bisogna fare attenzione che la società greca non risulti esterovestita.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Ho letto il vostro articolo su residenza e domicilio fiscale.
Vorrei porVi una domanda:
Se ho residenza all’estero e lavoro sia all’estero che in Italia (settore pubblico) dov’è la mia residenza fiscale?
Ringrazio e saluto cordialmente.
Buonasera,
La Sua residenza fiscale viene stabilita secondo la Convenzione tra Italia e detto Paese estero.
Cordiali saluti.
Buongiorno, sono un cittadino italiano, ho aperto
quest’anno una p.iva forfettario in Italia è da aprile
mi sono trasferito a Tenerife.
Qui ho un contratto di casa in affitto, ho fatto il
NIE bianco e l’empadronamiento qui ma i miei
affari e il mio lavoro sono in Italia, dove rientro
mensilmente per lavorare appunto.
Se dovessi effettuare il NIE verde (e quindi l’effettiva
residenza qui alle Canarie) potrebbe essere un problema
per quanto riguarda la tassazione oppure non ci sono problemi
in quanto qui avrei una residenza ma la residenza fiscale rimarrebbe
in Italia? Grazie in anticipo
Buongiorno,
sulla base delle informazioni da Lei fornite la residenza fiscale non risulta trasferita a Tenerife dova avrà semplicemente una residenza formale, anagrafica.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
sulla base delle informazioni da Lei fornite la residenza fiscale non risulta trasferita a Tenerife dove avrà semplicemente una residenza formale, anagrafica.
Cordiali saluti.
Gentile Avv. Margherita Kosa,
Dopo aver letto le domande e risposte sul vostro sito: studiolegalekosa.it, apprezzerei molto se mi potrebbe aiutare a chiarire la mia confusione.
– sono un Italiano che vive negli USA. Ho la cittadinanza Americana, la residenza negli USA a iscritto al AIRE.
Sto dividendo con i miei fratelli una eredità di cui contiene un immobile. Questo e l’unico immobile che avrò intestato in Italia. Il Geometra insiste che deve essere intestato come seconda case perché non ho la residenza in Italia.
Domanda: esiste un’altra alternativa per intestarla come prima casa e risparmiare sulle tasse? Spero di sentire vostre notizie presto.
Buongiorno! Per usufruire dei benefici, l’abitazione deve trovarsi nel territorio del Comune in cui l’acquirente ha la propria residenza. Cordiali saluti.
Gentilissima Avv. Margherita Kosa,
il suo sito e’ veramente fantastico. La ringrazio moltissimo!
Sono veneziana, ma da 30 anni vivo, lavoro, e pago le tasse negli Stati Uniti.
Ho passaporto italiano e passaporto USA.
Non ho più la residenza a Venezia. Ho residenza negli USA e sono iscritta all’ AIRE.
Negli ultimi tempi, per ricerca (sono docente universitaria), sto passando molti mesi all’anno a Venezia.
Vorrei comprare un piccolo appartamento qui a Venezia e sarebbe la mia prima casa in Italia.
Posso richiedere la doppia residenza (Italia e USA), ma continuare a mantenere la residenza fiscale negli USA?
La ringrazio infinitamente
SAluti cordiali
[…] correlati: DOPPIA RESIDENZA ANAGRAFICA. DOVE SI PAGANO LE IMPOSTE?, RESIDENZA FISCALE ITALIA […]
Buongiorno,
da 4 anni sono registrato all´anagrafe tedesca (con relativa assicurazione sanitaria) e qui ho un contratto di affitto con la mia compagna e nostra figlia.
In questi anni ho sempre pagato le tasse in Italia, avendo avuto qui in Italia il centro dei miei interessi lavorativi (sono un attore), dichiarando anche le entrate di un lavoro part time svolto in Germania negli ultimi 2 anni.
Fino ad ora non mi sono mai iscritto all´Aire, ma da quest´anno intendo farlo, avendo deciso di spostare tutti i miei interessi lavorativi qui.
La mia scelta di non iscrivermi all´Aire era corretta (vivendo tra Italia e Germania e pagando in Italia le tasse)?Facendolo ora andrei incontro a sanzioni?
Essendo proprietario al 50% della casa dove al momento risiede mio padre (proprietario dell´altro 50%),
cosa cambierebbe in materia fiscale l´iscrizione all´Aire?
Grazie
Buonasera,
Mi trovo in una situazione preoccupante per una mia superficialità (ignoranza in materia). Cerco di essere sintetica ma devo fare presenti certi passaggi.
Nata in argentina, trasferimento in Italia 1990, prendo cittadinanza italiana 1992 per matrimonio (sposata da gennaio 1981) residente anagrafica e fiscalmente in Italia fino a 2010. Ritorno in patria (argentina) dicembre 2010, (genitori anziani malatti) non risulto iscritta Aire, la sede consolare rifiuta, dice che devo regolarizzare cittadinanza.
Nel mentre dal 2011 lavoro come maestra statale per ministero educazione di Mendoza, Argentina. Fino a septembre 2021 che ricevo la pensione.
Nel giugno 2022 viaggio in Italia, (uno dei miei figli si è trasferito a septembre 2021) per occuparmi del nipote durante recesso scolastico estivo.
Avendo tutti i documenti italiani scaduti da anni, decido fare la residenza per consentire il rinnovo. (Che stupidità!!) Subito a novembre 2022 torno a la mia casa in argentina, ritornando di nuovo a giugno 2023 per accudire mio nipote nel periodo non scolastico.
In un patronato, (ad ottobre 2022)dove volevo controllare la situazione contributi fatti in Italia sia Inps che Inpdap negli anni 85 al 2010, mi informano che potrei chiedere pensione indiretta per marito deceduto in Argentina (Alzheimer) nel 2017 e che abbiamo assistito fino alla fine. Aderisco alla domanda. L’INPS accoglie domanda e stipulano pensione di 1000€ circa, versando come beneficio 575€ a partire di marzo 2023, trattenendo la metà per ” non cumulabile” (?) (Io ero in argentina e ritorno per giugno 23 come detto per via del nipotino)
A novembre 2023 l’INPS chiede al patronato che ha fatto la domanda di presentare i redditi, anno per anno dal 2017 ad oggi per “ricostituzione reddituale”.
Devo chiarire che l’INPS, nel calcolo arretrati, ha trattenuto una somma importante come conguaglio IRPEF su arretrati e altre voci. Il patronato non mi sa spiegare cosa fare. E io non so cosa dovrei dichiarare, perché per me la residenza fiscale sarebbe la Argentina, ma come faccio? Cosa dovrei dichiarare?
Ma se io risulto residente fiscalmente e anagraficamente all’estero da fine 2010 ad oggi , e con doppia residenza da septembre 2022 ma senza permanenza continua in Italia, l’IRPEF è dovuto per tutto il periodo? (dal 2017 ad oggi )
Se fiscalmente ho tutto in argentina, qui non ho niente, solo ora questa pensione accolta, come faccio a fare valere la non doppia imposizione?
Dal patronato mi dicono che la ricostituzione reddituale servirebbe solo a rivalutare la pensione….. ma mi sorgono seri dubbi.
L’agenzia entrate come sa che io sono fiscalmente residente in argentina se gli sto dichiarando redditi qui attraverso l’INPS?
Devo dichiarare redditi percepiti all’estero qui in Italia, anche se residente anagrafica e fiscalmente all’estero (Argentina), tassati già alla fonte? Avendo doppia cittadinanza. Non avendo nessun legame di proprietà, risulto residenze con un comodato uso di una stanza con bagno.
Come devo fare per mantenere separata le due cose?. Qui non ho niente. Solo questa minima pensione. Lì ho la casa e la pensione, anche se minima. Devo togliere la residenza in Italia? Come posso risolvere questo pasticcio?
Come dovrei fare, cosa compete dichiarare all’INPS e che documentazione dovrei presentare all’agenzia dell’entrate per comunicare la residenza fiscale estera ed evitare di essere tassata doppiamente, accertamenti, multe, ecc?.
La ringrazierai tanto se riesce a darmi qualche spunto per non fare altri stupidi errori che non saprei con che denari risolvere in sede di accertamenti. l’INPS attende i dati, ma non so cosa compete dichiarare. Nell’attesa di vostro gentilissimo riscontro a breve, saluto cordialmente.
Buonasera,
nel Suo caso non credo possano sorgere dei dubbi rispetto alla Sua residenza fiscale (che resterà in Argentina).
La residenza anagrafica in Italia La onorerà in caso di contestazione di provare che la Sua residenza (effettiva e fiscale) è in Argentina.
Per quanto riguarda le riliquidazioni dell’INPS chieda i cedolini per comprendere se viene applicata qualche trattenuta in Italia.
Mi trasmetta i cedolini e Le posso dire di più.
Cordiali saluti.
Salve. Ho 26 anni, ho la cittadinanza Italiana (acquisita da mio padre) e polacca (acquisita da mia madre). Sono nata e cresciuta in Italia, ho la residenza in Italia, scuola fatta in Italia, università idem. Lavoro come dipendente di un’azienda Italiana e ho sempre fatto dichiarazione dei redditi in Italia. Ho solo conti bancari italiani.
Ho scoperto tuttavia da poco che risulto essere residente praticamente da sempre anche in Polonia nella casa di mia nonna(ho provveduto a rimuovere la residenza appena ho assunto la consapevolezza, perché effettivamente non mi serve e per evitare futuri problemi). Per gli anni in cui ho lavorato in italia e sono risultata residente in entrambi i paesi, potrei avere problemi riguardo la tassazione e rischiare che lo stato polacco mi chieda di pagare? Visto che per loro in teoria sono stata residente polacca fino a poco fa.
Aggiungo anche che vivo in italia e visito la Polonia solo un paio di settimane l’anno per vacanze. Come si può dimostrare di fatto che io ho sempre vissuto in Italia?
Buonasera, credo che Lei non abbia difficoltà a dimostrare di essere residente fiscalmente in Italia. Cordiali saluti.
Buongiorno Avvocato. Presento la mia situazione, di cui ero ignara fino a poco fa e che ora mi tormenta. Ho doppia cittananza, italiana e polacca. Sono residente da sempre in Italia, qui ho sempre vissuto, frequentato scuola e università. Lavoro presso un’azienda italiana come dipendente, per il quale ho sempre effettuato la dichiarazione dei redditi in Italia.
Mi sono accorta tardi però che mi è stata segnata dai genitori anche la residenza polacca fin da quand’ero piccola. Ho tolto la residenza appena l’ho scoperto. Non possiedo conti, proprietà ne nulla in Polonia. Possiedo invece conti bancari e una macchina in Italia. Aggiungo che in Polonia ci vado solo durante le vacanze. Credo che oggettivamente non ci siano dubbi che io sia fiscalmente residente in Italia. Temo tuttavia che il fisco polacco possa un giorno svegliarsi per via del fatto che ho avuto residenza li per il periodo in cui ho lavorato in italia. Come si può dimostrare che io effettivamente mantengo il centro dei miei interessi in Italia, e che soggiorno qui per la maggior parte dell’anno?
Buonasera, credo che Lei non abbia difficoltà a dimostrare di essere residente fiscalmente in Italia. Cordiali saluti.
Buongiorno e grazie in anticipo per vostra consulenza.
Sono Americana con doppia cittadinanza Italiana. Mio marito e’ Italiano con doppia cittadinanza Americana.
Dopo venti anni negli Stati Uniti, sono andata in pensione nel 2022 e siamo tornati a vivere in Italia in una
casa di proprietà dove abbiamo preso la residenza (mio marita ha fatto il rimpatriato, io non era ancora cittadina
Italiana). Siamo diventati nonni e per questa ragione ed altro, abbiamo decisi di tornare da nostro figlio è
famiglia e vivere negli Stati Uniti.
Vogliamo stabilire la nostra residenza con loro ed iscriverci all’AIRE cancellando la residenza in Italia.
Viviamo con le nostri pensione americane che non sono tassate negli Stati Uniti. Nel nostro caso, saremmo
considerati residenti fiscali in America? Non vogliamo vivere con dubbi ed avere futuri problemi con il
fisco Italiano. Grazie ancora per qualsiasi informazione a riguardo.
Buongiorno,
con il vs ritorno negli Stati Uniti sarete residenti fiscalmente solo in detto Stato, senza obblighi fiscali in Italia.
Cordiali saluti.
salve sono italiano ma vivo a San Francisco in California (usa) da dieci anni , il mio visto da studente e’ scaduto anni fa purtroppo…quindi sono qua non legalmente..se ricevo soldi da un azienda italiana (reddito passivo-affittare un terreno per impianti fotovoltaici- non un lavoro) dove devo pagare le tasse? io presumo in italia. il proprietarionon sono io m a mia madre che mi fa cessione del credito
Buonasera,
Non mi è chiaro, perché sua madre Le fa la cessione del credito se il proprietario è Lei…?
In ogni caso, detto redditi immobiliari, secondo l’art. 6 della Convenzione sono imponibili nello Stato dove è posto l’immobile.
Ma non è prevista imposizione esclusiva.
Cordiali saluti.
Buon Giorno!
Ho la doppia cittadinanza EU (Italia) e USA.
Il passaporto italiano è scaduto da qualche anno e va rifatto.
Sono nata negli USA, ma ho vissuto e lavorato in Italia per 30 anni (non sempre lavorando) e ho 2 figli cresciuti qui in Italia).
Sono divorziata da un italiano.
Ho avuto la cittadina italiana da mio padre comunque.
Adesso passo diversi mesi all’anno in Italia; circa 4.
Vorrei chiedere la pensione che mi spetta penso tra le altre cose.
Sono nulla tenente e vivo negli Stati Uniti con l’aiuto della disabilità. (circa $1,330 al mese, più con aiuti per il cibo, l’affitto e le cure mediche ho gratis).
Insomma, vorrei mettere in ordine i miei documenti italiani che sono tutti scaduti.
Mi potete aiutare?
I miei 2 figli maschi hanno entrambi la doppia cittadinanza e attraverso i loro papà loro sono a posto finanziariamente.
Cordiali saluti.
buonasera avvocato io sono italiano pensionato sposato con donna moldava e quindi mi e stato rilasciato permesso di soggiorno per famiglia x 3 anni , volevo porle la domanda chiedendo la cittadinanza Moldava la mia pensione verrà tassata sempre con l’Italia o con la Moldavia premetto che voglio mantenere la cittadinanza anche italiana ringrazio anticipatamente.
Buonasera,
se acquisisce la cittadinanza moldava, la Sua pensione dovrà essere detassata in Italia, se di fatto vive in Moldavia.
Cordiali saluti.
aggiungo e scusate che sono ex dipendente inpdap e spero di non avere doppia tassazione e comunque anche residente in Italia in quanto ho una mia dimora di proprietà grazie