Annullamento minicartelle. Il Fisco ha annullato tutte le minicartelle così come previsto dal D.l. n. 119/2018? Il D.l. n. 119/2018, conv. con modif. in L. n. 136 del 2018 (cd. […]
Leggi tuttoIpoteca fiscale, pignoramento fiscale – quando sono illegittimi? Il Fisco, prima di iscrivere ipoteca fiscale sull’immobile del debitore o procedere con il pignoramento, deve necessariamente rispettare alcuni limiti stabiliti dalla […]
Leggi tuttoAccertamento IRAP. Con la recentissima sentenza della Commissione Regionale della Lombardia veniva chiarito che i termini relativi all’accertamento IRAP non possono raddoppiarsi, ex art. 43, comma 3 del DPR n. 600/1973, per mancanza di presupposto, ovvero perché il fatto non costituisce reato.
Leggi tuttoLa Cassazione cassava la sentenza impugnata, in relazione al disconoscimento della firma nel processo tributario, e chiariva che:
– in presenza del disconoscimento tempestivo della firma il giudice ha l’OBBLIGO di accertare l’autenticità delle sottoscrizioni, altrimenti i relativi documenti non sono utilizzabili ai fini della decisione.
– il termine (perentorio) al fine del disconoscimento, in forza della struttura del giudizio tributario, è quello della proposizione del ricorso con cui è impugnato l’atto impositivo fondato sulla scrittura privata.
Cosa sospende il Fisco nel periodo di emergenza epidemologica da Covid-19? Anche Agenzia delle Entrate ed Agenzia delle Entrate Riscossione (Equitalia) ha sospeso alcune delle sue attività nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19. Quali sono le attività sospese e quale è il periodo di riferimento?
Leggi tuttoNotifica cartella esattoriale. I provvedimenti fiscali (cartelle esattoriale, intimazioni di pagamento, preavvisi di fermo amministrativo e ipoteca, pignoramenti, etc…) se non notificati regolarmente e/o se gli atti prodromici non risultano regolarmente notificati sono nulli. La nullità degli atti e delle notifiche deve essere eccepito avanti l’autorità giudiziaria competente. Avanti l’autorità competente il Fisco deve fornire idonea prova in relazione alla suddetta eccezione. A tutte le suddette domande troviamo risposta mediante la sentenza della Cass. n. 8289/2018.
Leggi tuttoCrediti fiscali prescritti. Il Giudice di Pace di Milano ha colto invece correttamente quanto statuito dalla sentenza delle SS. UU. ed ha dichiarato ammissibile il ricorso proposto dal contribuente al fine di accertarsi e dichiararsi la prescrizione dei crediti riportati nelle cartelle impugnate.
Leggi tuttoLE CARTELLE RIPORTANTI CREDITI PREVIDENZIALI PRESCRITTI NON DIVENTERANNO MAI DEFINITIVE: Alla luce dei principi di diritto enunciati dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite Sent. n. 23397/16, il Tribunale evidenziava come “« la prescrizione in materia previdenziale costituisce un istituto del tutto particolare», di ordine pubblico, caratterizzata della «irrinunciabilità alla prescrizione», secondo cui non è ammessa la possibilità di effettuare versamenti, a regolarizzazione di contributi arretrati, successivamente all’intervenuta prescrizione (art. 55 comma 2 RD 1827/35)”, mentre le somme eventualmente riscosse dopo l’avvenuta prescrizione devono essere restituite al contribuente.
Leggi tuttoIl messo notificatore dichiarava erroneamente / falsamente “sconosciuto” il contribuente presso il suo indirizzo di residenza e, come è previsto in caso di irreperibilità assoluta, depositava il plico contenente la cartella di pagamento presso la Casa Comunale, senza inviare altro avviso. Il contribuente, ovviamente, in questo modo, era materialmente impossibilitato ad avere notizia di questa notifica e della relativa cartella. Sarà giuridicamente regolare o meno la suddetta notifica? Ci sono possibilità di difesa per il contribuente in questo caso? La risposta nella sentenza di cui in seguito (casi trattati dallo Studio Legale Kòsa Musacchio – Click Avvocato).
Leggi tuttoLa Sentenza n. 671/2019 della Corte di Appello di Milano, pubblicata in data 8.5.2019 (RG n. 1404/2018), è una della pochissime pronunce sul punto e chiarisce la corretta formazione della base contributiva, riformando integralmente la sentenza di primo grado. Secondo la legge 233/1990, l’ammontare del contributo annuo dovuto per i soggetti iscritti alle gestioni dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani e degli esercenti attività commerciali è rapportato alla totalità dei redditi d’impresa denunciati ai fini IRPEF per l’anno al quale i contributi stessi si riferiscono. La mera partecipazione quale socio di capitale (e non lavoratore) ad una società di capitali non può qualificarsi reddito di impresa e pertanto il relativo reddito non può entrare a far parte della base contributiva.
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